L’estate è arrivata. Lo dice la musica che non smette di risuonare nell’aria, lo dicono i festival che animano le principali città di tutto il mondo e ai quali ha deciso di affiancarsi attivamente Seat. A giugno eravamo state all’Arena di Verona in occasione dei Seat Music Awards 2019, i premi della musica italiana. A luglio ci siamo date appuntamento a Torino in occasione del Kappa FuturFestival, uno dei festival elettronici più rinomati e apprezzati al mondo, organizzato dalla Movement Entertainment. Prossimo step? Rimanete sintonizzati.

Il Kappa FuturFestival è internazionalmente riconosciuto come primo festival diurno di musica elettronica. Quella di quest’anno era l’ottava edizione, è stata quella dei record, capace di raccogliere oltre 60mila tra ragazzi e ragazze, provenienti da 100 nazioni diverse, accendendo le luci su 70 dj provenienti da tutto il mondo che si sono esibiti da mezzogiorno a mezzanotte, lo scorso weekend, su quattro palchi allestiti in oltre 100 mila metri quadrati del Parco Dora, polmone verde di Torino, attraversato dal fiume che dà il nome alla nostra destinazione.

È post industriale ed è suggestivo quello che si ha intorno

È post industriale ed è suggestivo quello che si ha intorno: siamo in quella che un tempo era la sede di fabbriche come le Ferriere Fiat e la Michelin, ristrutturata nel 2004, trasformata in parco cittadino con le sue enormi vasche, rimaste intatte, i pilastri d’acciaio e le ciminiere. Siamo nel futuro ma il passato è un bel ricordo e SEAT ha deciso di essere presente per la prima volta a questa due giorni di musica e divertimento e lo ha fatto da protagonista. Come accaduto anche al Primavera Sound Barcelona, in qualità a volte di partner strategico, altre di title sponsor e quasi sempre di official car.

kappa-futurfestival-seatpinterest
courtesy photo

L’obiettivo dichiarato? Arrivare al pubblico attraverso forme di espressione condivise con lo spirito e la natura stessa di questi eventi: mood giovane e urbano, passione per la creatività e la tecnologia e connessione e supporto al talento internazionale e innovativo. In altre parole credono nei giovani ed è bello visti i tempi.

Mood giovane e urbano, passione per la creatività e la tecnologia e connessione

A Torino SEAT è arrivata con una flotta di 16 vetture (10 SEAT Tarraco e 6 SEAT Ateca) che hanno accompagnato tutti gli artisti ma soprattutto ha dato il nome a uno dei quattro palchi dell’evento, che ha ospitato le esibizioni di alcuni tra gli artisti e DJ internazionali più conosciuti al mondo: Amelie Lens, Carl Cox, DJ Nobu, Dubfire, Charlotte de Witte, Enrico Sangiuliano, Len Faki e Richie Hawtin.

Con noi sotto al palco a commentare la due giorni, uno scatenatissimo Pierantonio Vianello, Direttore di Seat Italia: “La musica per noi è un linguaggio universale, è questo lo spirito con il quale ci associamo ai vari festival ed eventi di musica internazionali in giro per il mondo. Dopo 13 anni di supremazia Wind, siamo riusciti a “prendere” i Music Awards ed è stato bello esserci, in prima fila. Stiamo facendo un lavoro di posizionamento molto forte, abbiamo scelto di essere vicini alle persone non solo con le nostre auto ma soprattutto con i nostri valori. In Italia siamo piccini ma vogliamo crescere, soprattutto con quelli che ci hanno già scelto, partendo dal presupposto che siamo la marca con la base clienti più giovane in assoluto, parliamo di 7 anni in meno rispetto alla media costruttori e pensa in sette anni cosa può accadere: cambia una generazione! Siamo nella fascia dei Millennials, abbiamo modelli come la Leon dove il 52% dei clienti hanno meno di 30 anni, è tantissimo. Non c’è nessuno che ha una base clienti così giovane ecco perché per noi la musica si fa fondamentale e ci lega al pubblico”.

Cosa avete portato a Torino?

“Stiamo lavorando tantissimo sulla gamma Suv, ecco perché abbiamo deciso di portato la nostra piccolina, Seat Arona. Rappresenta l’accesso al mondo dei Suv per noi e si sposa bene con il pubblico del KappaFestival, di base molto giovane e che riconosce come suoi i valori della vettura, compatta e sportiva”.

Quanto è femmina SEAT?

“Non facciamo differenza nel genere, siamo un marchio estremamente trasversale, ci leghiamo ai gusti delle persone. Questo ci sta premiando, non avendo un modello esclusivamente maschile o femminile ma abbiamo fatto uno spot su Ateca, in cui si racconta la giornata tipo di una ragazza, dal suo risveglio fino alla notte brava. Ecco, diciamo che Ateca, in questo momento, ha la base clienti in senso femminile più alta”.

Al KappaFestival in scena anche due importanti collaborazioni con altrettanti street artist. Non solo musica quindi ma anche arte.

“Abbiamo deciso di legarci ad un’altra fetta di giovani, che prediligono l’arte, e che in qualche modo rappresentano lo spirito urbano di Seat. Abbiamo addirittura registrato l’acronimo SEAT URBAN VEHICLES perché ci sentiamo molto metropolitani e questo nasce da dove nasce SEAT quindi da Barcellona che è una delle mete più metropolitane d’Europa, lì la città viene vissuta con i valori moderni, progressisti, tipici di una città che vuole essere giovane, creativa, artistica”.

Prossimo appuntamento è al Sonar di Barcellona, dal 18 al 20 luglio. Cosa porterete lì?

“Al Primavera Sound abbiamo portato i modelli Ibiza e Arona, nati dalla collaborazione tra Seat e Beats by Dr.Dre. Parliamo di un impianto audio BeatsAudio con un sistema a 8 canali con amplificatore da 300 watt, 7 altoparlanti, 4 woofer e un subwoofer. Probabilmente porteremo Ibiza e Arona ma al Sonar arriveremo però principalmente come brand nella sua completezza più che come lancio di un modello piuttosto che di un altro”.

L’ultimo concerto al quale sei andato?

“Venerdì scorso sono andato al concerto dei Subsonica, mi piacciono da sempre. Un’ora e 50’’ di live e sabato per non farmi mancare nulla sono andato al concerto di Enrico Nigiotti, che guida una Cupra Ateca… ma lui è un amico, e prima che lo diventasse non pensavo mica che un figaccione come lui potesse avesse dei valori così profondi”.

kappa-future-festival-seatpinterest
courtesy photo

I COCKTAIL DI EDIT

A fare da cornice alla serata i cocktail studiati dalla squadra di bartender di EDIT (Eat, Drink, Innovate Togheter), innovativo spazio dedicato al food e al beverage, figlio della riqualificazione degli spazi ex industriali periferici della città, 1200 metri quadrati in Barriera di Milano, alle porte di Torino, nell’area industriale ex Incet. All’enorme cattedrale del gusto il compito di realizzare tre cocktail che fossero in linea sia con i valori del KappaFestival, sia con SEAT. Il risultato?

Ameroni con gin, italian bitter, vermut e bitter; Herbs Mule con vodka, lime, sage liqueur e ginger beer e per finire Spanish Spritz, omaggio alle origini di SEAT, fatto con Vermut Sangria e Prosecco.

Abbiamo chiesto a Fiamma, alias Simone Maggi, 25 anni, bartender di EDIT da prima che tirasse su la saracinesca di spiegarci come sono nati i tre drink: “Sono stati pensati insieme ai miei colleghi Samuel e Mattia, con i quali ogni giorno siamo dietro al bancone a cercare di capire come assecondare o stravolgere i gusti di chi sceglie di entrare nel nostro mondo.

Il cocktail che consiglio alle lettrici di Cosmo è fresco, leggero, femminile

L’Ameroni è un simil Negroni, rivisitato e reso più fresco, Herbs Mule è la rivisitazione del Moscow Mule, sempre base vodka ma con un liquore salvia, limone e zenzero, nella terza proposta ci sono i due paesi ospiti sul palco del Seat Stage, quindi Barcellona e Italia e nello specifico Torino con il vermut. Consiglierei questo alle lettrici di Cosmopolitan perché fresco, leggero e perché è il più “femminile” dei tre”.


GLI STREET ARTIST

In campo un italiano e uno spagnolo. Lo street artist Francesco Caporale, ha abilmente decorato a mano il SUV compatto Arona, mentre al suo collega spagnolo Marcos Navarro il compito di realizzare il gigantesco murales che campeggiava nei pressi del Seat Stage, sue anche tutte le installazioni al Primavera Sound a Barcellona.

kappa-futursfestival-seatpinterest
courtesy photo

Francesco Caporale vive e lavora a Milano, ma arriva dalla Calabria, da Altomonte, un piccolo paesino di poco più di 4mila anime. Ha studiato grafica pubblicitaria e direzione artistica ed è alla sua prima collaborazione con SEAT.

Cosa fai qua?

“La mia professione, assecondo la mia più grande passione: illustro. In questo caso la mia tela bianca è una macchina, ma prima di oggi ho pensato insieme a SEAT a come creare una certa interazione con il pubblico. Abbiamo realizzato un disegno in digitale, dove l’interazione stava nel coinvolgere il pubblico, chiamato a colorare il fondale. Uso sempre lo stesso linguaggio visivo, cambia solo il contenitore e il contenuto. Insieme a SEAT abbiamo stilato una lista di elementi da inserire nell’illustrazione e io ho fatto si che nulla mancasse all’appello. Il destino delle linee disegnate sulla vettura è di essere cancellate ma spero restino nella mente di chi le ha viste anche solo di sfuggita”.

Come sei finito a fare l’illustratore?

“Ho quasi iniziato per caso, non potevo fare solo lo stagista negli studi di Milano e così ho cercato di riempire tutto ciò che era bianco, libero, intonso. Mi sono ritrovato a non avere limiti di contenuto o di contenitore. Sono nato nel digitale considerando i miei studi e da due anni mi sono lanciato sulle performance live. Non vendo un disegno fine a sé stesso ma l’atto del disegnare. Ho sempre fatto cose legali e per fortuna negli ultimi anni il mondo si è aperto tanto alla nostra arte”.

Hai mai usato la tua “arte” per fare una dichiarazione d’amore?

“Certo è il mio modo di comunicare, riesco a farlo meglio con i disegni che con le parole. Uso i disegni per comunicare qualsiasi cosa, dalle parole dei brand ai miei pensieri, figuriamoci i sentimenti!”.