«Dovremo essere instancabili», ha comunicato Elon Musk ai dipendenti di Twitter mercoledì scorso, 17 novembre, «ciò significherà lavorare per molte ore ad alta intensità. Solo le prestazioni eccezionali consentiranno di accedere agli avanzamenti di carriera». Ma l'imprenditore non si è fermato qui: ha anche chiesto di rispondere “Sì” per mostrare di voler aderire alla sua strategia per far rinascere il social che ha da poco acquistato. In alternativa, una mancata risposta sarebbe equivalsa a delle dimissioni con tre mesi di stipendio. Ogni dipendente aveva tempo fino al giorno dopo per dare una risposta. Risultato? Centinaia di dipendenti hanno scelto di lasciare Twitter.

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C'è chi sostiene che il famoso uccellino azzurro sia ai suoi ultimi giorni di vita, che non reggerà questo colpo. Da quando, il mese scorso, Musk ha acquistato Twitter per 44 miliardi di dollari, si è gradualmente scatenato il caos. L'imprenditore ha rapidamente mostrato di voler apportare diversi cambiamenti per rilanciare la piattaforma social, dare la sua impronta e risolvere i gravi problemi di indebitamento. Tuttavia le decisioni prese, per ora, hanno solo aggravato la situazione. Musk ha licenziato quasi subito l’allora CEO di Twitter e molti altri dirigenti. Poi ha introdotto un piano licenziamenti ancora più ampio, con migliaia di persone che hanno scoperto di non avere più un lavoro senza alcuna comunicazione ufficiale, solo perché non riuscivano più a collegarsi al sistema di comunicazione interno. In poco tempo ha tagliato circa metà dei 7.500 dipendenti della società.

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David Odisho//Getty Images
Le dimissioni si aggiungono ai licenziamenti di circa metà dei dipendenti decisi da Musk

A questo si sono aggiunte le polemiche sulle spunte blu (Musk ha proposto di cominciare a chiedere 8 dollari al mese a chiunque voglia essere "verificato") e la scelta di alcune celebrities, tra cui Gigi Hadid, di lasciare la piattaforma. Su molti regolamenti interni, poi, Musk continua a non essere chiaro: inizialmente, ad esempio, aveva preso una linea molto dura sul lavoro da remoto, poi, dopo poco, ha ritrattato. Ora, però, il social con 240 milioni di utenti giornalieri e un flusso continuo di notizie e informazioni da processare rischia di collassare. Centinaia di dipendenti, infatti, hanno preferito non rispondere all’ultimatum di Musk scegliendo la disoccupazione piuttosto che sottostare alle incertezze di Twitter e ai continui cambi di direzione dell'imprenditore. Al momento è persino diventato difficile capire quali persone siano ancora impiegate e quali no. Musk dice di non essere preoccupato e sostiene che rimarranno solo le persone davvero valide. Intanto, però, come riporta Il Post, la società ha annunciato la chiusura temporanea dei propri uffici e la sospensione di tutti i sistemi di accesso agli edifici aziendali, fino a lunedì 21 novembre.