"Quando hai più impegno da parte delle donne, quando le donne sono al posto di guida nella misura in cui dovrebbero esserlo, questo crea attività molto più di successo". A dirlo è Anneliese Dodds, Presidente del partito laburista del Regno Unito, che rimprovera al governo UK di non puntare abbastanza sulle donne nella ripresa post pandemia (e, ahimè, è un problema comune). Ma è vero che le aziende guidate da donne funzionano meglio delle altre e crescono di più? Secondo alcuni studi sembra proprio così.

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Un nuovo report pubblicato dalla Camera dei Comuni britannica ha rivelato che le aziende con una percentuale più alta di leader donne hanno risultati migliori di quelle con solo uomini alla guida. Lo stesso sostiene una ricerca delle università di Glasgow e Leicester per la quale le aziende con oltre il 30% di dirigenti donne hanno maggiori probabilità di superare le altre aziende nella performance. Questo potrebbe essere in parte dovuto ai pregi della cosiddetta leadership "femminile" che, secondo alcuni studi, funziona particolarmente bene, nonostante venga ancora troppo poco valorizzata. Secondo un rapporto del Pew Research Center sulle caratteristiche dei bravi leader, onestà, intelligenza, compassione e innovazione sono le più quotate e, quando si confrontano questi tratti tra uomini e donne, le donne ottengono punteggi più alti nella maggior parte di queste categorie.

Le donne tendono a essere leader più "orizzontali", meno propense al rischio (anche sulla base di studi neurobiologici), più inclini all'ascolto, alla collaborazione e all'empatia. Certo, si tratta sempre di una tendenza dato che non è affatto automatico che tutte le donne abbiano uno stile di leadership di questo tipo. In più, ciò non significa che la leadership "maschile" sia da buttare, al contrario. Il punto non è tanto mettere in una scala gerarchica le caratteristiche tradizionalmente femminili e maschili, quanto favorire la diversity. Per decenni il mondo del lavoro è stato dominato dagli uomini e dunque da quei valori e da quelle caratteristiche che la società considera "maschili". Di conseguenza, oggi, nei contesti di business manca tutta un serie di altre caratteristiche, quelle che vengono viste come più "femminili" perché sono quelle che la società associa tradizionalmente alle donne e si aspetta da loro. Per questo, secondo la multinazionale di consulenza strategica McKinsey, a rendere un'azienda più competitiva non è tanto la presenza di donne in sé (avere solo donne non sarebbe certo l'ideale, per intenderci), quanto, più in generale, di una maggiore diversity. "La nostra analisi del 2019", si legge nel loro ultimo report sul tema, "rileva che le aziende nel primo quartile per la diversità di genere nei team esecutivi avevano il 25% in più di probabilità di avere una redditività superiore alla media rispetto alle aziende nel quarto quartile". Insomma, è una maggiore inclusività a risultare vincente, ma che questo passi anche attraverso la chiusura del gender gap non è in discussione.

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