C’è una canzone stupenda, che s’intitola "Motivo", e che a un certo punto mischia le voci di Gianna Nannini e di Coez, e fa «Io che non vengo in foto, un po' come la luna»: l’ho avuta in mente a ogni scatto al cielo che la smentiva nel viaggio in Giordania con nelle mani il Samsung Galaxy S22, ultima frontiera della nightography, l’arte dello scattare al buio (per non perdersi il meglio di quel che accade dopo il tramonto).

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Uno smartphone che fa la notte catturabile, le stelle sopra al deserto Wadi Rum ricordo conservabile oltre i propri occhi, l’emozione dello spettacolo storico del Tesoro di Petra qualcosa di rivivibile senza dover riprendere un aereo.

In Giordania con Samsung Galaxy S22
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Le strade della capitale, Amman, il monte Nebo, dove secondo la bibbia Mosè è morto dopo avere visto da lontano la terra promessa, la pancia del castello fortificato di Karak, con giochi di luce e ombre, le candele di Petra by Night, la davvero piccola Little Petra, la Strada dei Re che anticamente collegava l’Africa con la Mesopotamia e che i Nabatei utilizzavano per trasportare beni di lusso, come incenso e spezie, le dune stupefacenti di The Martian, Star Wars: l’ascesa di Skywalker e Dune, di Denis Villeneuve, sono state lo scenario ideale per provare dove possono arrivare le nuove funzioni di Intelligenza Artificiale (che valorizzano ogni fotografia come fosse professionale), la possibilità di salvare le foto in formato RAW fino a 16 bit (grazie alla app Expert Raw) e di schiarirle o scurirle con le impostazioni ISO (e la velocità dell’otturatore), regolare il bilanciamento del bianco (per rendere l’immagine più calda o fredda) e mettere a fuoco manualmente il soggetto desiderato (per ottenere la miglior resa).

Al ritorno, una certezza. Mai più senza modalità Notte del top di gamma del produttore coreano: entra in automatico quando la luce è scarsa e senza esagerare spreme ogni fotone dall’inquadratura. Servirebbe anche nella vita di ogni giorno, per mettere a fuoco le nostre situazioni meno chiare.