Una ragazza di 20 anni è morta sul colpo l’altro giorno perché sbalzata dal motorino sul quale era con il suo fidanzato. Il fatto è avvenuto a Caivano, in provincia di Napoli, in una zona molto disagiata. Il loro motorino era inseguito dal fratello di lei, e gli inquirenti dicono che è stato proprio quello stesso fratello a causare l’incidente mortale della sorella.

Il fratello, Michele Gaglione, 30 anni, inseguiva Maria Paola e Ciro Migliore, fidanzati da 3 anni. Li ha inseguiti per venti minuti, urlando minacce (ti uccido, ti uccido), menando calci al motorino. Da qui l’incidente, Maria Paola che viene sbalzata, batte la testa e muore sul colpo. Michele, il fratello, subito dopo l’incidente non aiuta la sorella a rialzarsi, non va a vedere come sta, ma si butta sul fidanzato Ciro e lo picchia.

Ora il fratello è in carcere, con l’accusa di omicidio preterintenzionale (cioè voleva creare un danno, non ammazzarla, ma poi…), con l’aggravante di aver agito per motivi abietti o futili. Questi motivi abietti o futili sono il fatto che Michele era contrario alla relazione tra la sorella e Ciro, perché Ciro è un transgender, un ragazzo nato biologicamente donna ma che si riconosce in una identità maschile.

Ci sono tantissime cose che non tornano in questa storia, a cominciare dal fatto che Ciro sulle prime è stato identificato come una ragazza, che la storia tra le due è stata definita come una storia gay, e ancora che Michele, adesso, dica che non è mica vero che ha speronato lo scooter, che lui era preoccupato per come stava Maria Paola, mica per la relazione, eccetera. Ce ne sono tre di cose che non tornano, alle quali non riesco a dare risposta, e che mi hanno colpito molto.

La prima: com'è possibile che in Italia una relazione alla luce del sole con una persona trans non sia accettata? La nostra è un’epoca in cui migliaia di uomini italiani hanno abitualmente rapporti sessuali e amorosi con persone transessuali e transgender, ed è anche l’epoca in cui vive e cresce la generazione Z, che ha fatto della fluidità sessuale la sua personale identità. Dove sta l’inghippo? Perché non ci diciamo la verità e basta?

La seconda cosa che non mi torna è che ancora una volta una donna è stata uccisa per una sua scelta libera. Fosse stata Maria Paola un uomo, e Ciro una transgender, il fratello si sarebbe arrogato il diritto di dire chi poteva amare? L’omicidio di Maria Paola, se tutto verrà confermato dalle indagini, è l’ennesimo femminicidio italiano, l’ennesimo crimine fatto da un uomo che pensava di poter decidere della vita di una donna: non solo Michele pensava di poter decidere chi Maria Paola doveva amare, ma Michele pensava anche di poter decidere se Maria Paola poteva vivere oppure no. Ora: chi gli ha dato questo potere a Michele? Perché ancora oggi un fratello può permettersi di dire queste cose una sorella?

Infine, la terza cosa: Michele è lo stesso tipo di uomo che qualche giorno fa, sotto forma di un branco di codardi, in provincia di Matera ha stuprato due ragazzine inglesi di 15 anni. E Michele è anche lo stesso tipo di uomo che la settimana scorsa, questa volta in una formazione di quattro bulli delinquenti di paese, si è scagliato su un ventenne di colore che stava difendendo un amico, e lo ha ucciso a botte. Tutti questi misfatti sono stati fatti da uomini sbagliati, che intendono la loro mascolinità come violenza. Non sono gli uomini che vogliamo, e non sono gli uomini che avremo. Dove hanno imparato questi ragazzi e questi uomini a comportarsi così? Dove siamo noi ragazze, noi fidanzate, noi sorelle, noi madri quando i nostri maschi si comportano così? Dove siete voi fratelli, padri, cugini, amici quando i vostri maschi si comportano così? Il problema della violenza di genere riguarda tutti: bisogna cominciare subito, ora, a rivedere chi sono gli uomini veri in questo paese. Spoiler: non sono i machi.

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