Jean Seberg, una delle grandi attrici della Nouvelle Vague francesi (basta ricordare Fino all'ultimo respiro diretta da Jean Luc-Godard), ma scoperta da Otto Preminger nei panni di Giovanna D’Arco, a 40 anni dalla morte, torna a rivivere sullo schermo. L’occasione arriva grazie al film omonimo, Seberg, di Benedict Andrews, presentato fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia 2019, interpretato da una delle interpreti – simbolo, invece, della sua generazione, Kristen Stewart, che dice "da oggi sono pronta a fare tutto".

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Jean Seberg, chi era l'attrice fuori dal coro

Icona e mito insomma, stile (i suoi capelli corti, il look, fecero tendenza all'epoca) e capacità di far sentire la propria voce fuori dal coro, la Seberg, star ai massimi livelli allora in Europa, si rese protagonista, sbarcando negli Stati Uniti, nel manifestare vicinanza, ad esempio agli allora movimenti di protesta dilaganti, tra cui le Black Panthers.

Jean Sebergpinterest
REPORTERS ASSOCIES//Getty Images
Jean Seberg nel 1970 circa.

Finì sulla lista nera, messa così sotto controllo dell’FBI, che le mise cimici in casa, pedinando ogni suo movimento, rischiando, senza mai sottrarsi agli occhi di pubblico e stampa. Questo fatto, però, innescò una tale e lenta depressione, portandola, dopo diversi tentativi di suicidi, a togliersi la vita per overdose di farmaci. La certezza fu che non smise mai, come donna, di lottare per se stessa e negli ideali in cui credeva.

Sacrificarsi per qualcosa, oggi, è per me ancora una cosa coraggiosa.

Kristen Stewart nei panni di Jane Seberg

"Ho conosciuto Jean Seberg come immagine", racconta Kristen Stewart. "È riuscita come pochi a distinguersi per dei gesti, se vuoi mantenere la propria onestà, lei era curiosa, aveva fame, necessità, di mettersi in contatto con la gente. Non voleva solo guardare, ma prendere parte attiva a ciò che stava intorno, come donna ha avuto un crollo emotivo, eppure la sua lezione rimane importante, il sapersi mettere in gioco. Sacrificarsi per qualcosa, oggi, è per me ancora una cosa coraggiosa".

La pellicola tocca, e apre, un argomento comunque contemporaneo, quanto in effetti la celebrità può essere d’aiuto nel sostenere certe cause, anche politiche."Bisogna tenere due lati ben distinti", conclude la Stewart. "Da una parte bisogna parlare ad alta voce, dall’altra bisogna comunque stare attenti a non generalizzare, troppi di noi lo fanno. Viviamo esposti, è vero, ma non c’è bisogno di frugare nelle nostre mail per sapere qualcosa, per sapere se possiamo essere o meno considerati una 'minaccia', chi mi conosce davvero sa cosa penso".