L'amicizia ha i numeri contati. A dirlo, secondo la MIT Technology Review, è stato Robin Dunbar un antropologo britannico che negli anni '90 ha trovato una correlazione tra la dimensione del cervello di un primate e la dimensione del gruppo sociale nel quale era inserito. Secondo il suo principio, e le sue metriche, tanto più grande è il cervello, quanti più amici hai. E viceversa.

Insomma, le persone non sono in grado di avere un numero infinito di amicizie perché la neocorteccia, una sottosezione della corteccia cerebrale, ha le dimensioni che ha, magari mignon. A questo punto l'antropologo ha impugnato il suo bel pallottoliere e ha dato i numeri (vale in ogni senso): puoi aver 5 migliori amiche, 10 amiche intime, 35 conoscenti, 100 contatti sparuti.

immagine non disponibilepinterest
Getty Images

Ora, dallo scintillante decennio degli anni '90, sono passati almeno 3 lustri e numerosi social network, quindi Robin Dunbar ha aggiornato la sua ricerca esaminando 6 miliardi di telefonate effettuate da 35 milioni di persone in un paese non identificato e rimasto anonimo. Il suo team di ricercatori però si è scontrato con un grosso limite: l'uso degli smartphone e quello dei social media falsano i risultati. 

Non solo. Il principio alla base è stato questo «Il team ha ipotizzato che la frequenza delle chiamate tra due individui è indice della forza del loro rapporto», secondo la MIT Technology Review. Il risultato finale? Molto simile, nei numeri, a quello di Robin Dunbar negli anni '90.

La domanda è: ma davvero oggi le telefonate sono il mezzo che utilizzi per sentire le tue migliori amiche? Perché a qualcuno verrebbe il sospetto che sia quello preferito da tua mamma, o anche dalla nonna, e se questo fosse vero i dati si basano su uno strumento che non può essere indicativo realmente di una relazione stretta.

Detto questo, se tutto fosse vero, il primo pensiero va alle sardine, perché come è noto, loro si aggirano tutte insieme appassionatamente e magari nei loro banchi stringono amicizie (ci piace crederlo). Speriamo che la regola delle dimensioni del cervello del primate non si applichi anche ad altri, perché allora le povere sardine, che sono piccine piccine, morirebbero di solitudine e circondate da emeriti sconosciuti. Che tristezza...

immagine non disponibilepinterest
Getty Images