Quando bisogna scendere in campo per lottare a favore della parità di genere e l’uguaglianza Rihanna non si tira mai indietro e così, dopo aver aderito al Black Lives Matter, la cantante di Umbrella ha mostrato il suo sostegno alla comunità asiatica partecipando alla protesta Stop Asian Hate tenutasi domenica in quel di New York City. La cantante 33enne ha sfilato per le strade della Grande Mela in incognito (con tanto di mascherina nera sul viso, occhiali da sole king size e un cappello da baseball sulla testa) cercando di non dare nell’occhio, ma questo solo per evitare di attirare gli sguardi dei curiosi e dei fotografi, correndo così il rischio di spostare l’attenzione dal problema per il quale si stava manifestando: ovvero lo stop al moto d’odio che si è scatenato negli ultimi mesi contro le popolazioni asiatiche, additate di aver dato il via alla pandemia che ancora oggi, a un anno di distanza dalla scoperta dell’esistenza del Covid-19, continua a tenere in pugno il mondo intero.

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La presenza sotto copertura di Rihanna alla protesta ha avuto vita breve e questo non solo grazie alla popolarità della cantante che, anche se ben camuffata, è stata comunque riconosciuta in tempo zero dai propri fan. A “smascherarla” infatti è stata anche la sua assistente Tina Truong, la quale ha documentato l’intera giornata sulla sua pagina Instagram. “Questo è l'aspetto della solidarietà! #Stopaapihate #stopasianhate #callitahatecrime” ha sottotitolato la donna in una lunga carrellata di foto e video dove Rihanna compariva in bella mostra mentre teneva tra le mani un cartello con la scritta "Stop Asian Hate". Possibile che la cantante di Diamonds si fosse dimenticata di dire alla propria assistente di voler passare inosservata nel corso della marcia? Mistero.

Ad ogni modo la presenza della cantante delle Barbados alla manifestazione ha puntato ancora di più l’attenzione su questo spinoso problema che sta prendendo sempre più piede, soprattutto sui social, dove personaggi pubblici (e non) di nazionalità asiatica sono subissati di insulti, cattiverie e minacce. Ma questa pandemia non dicevano che ci avrebbe dovuto rendere migliori? Purtroppo stando alle notizie di cronaca le cose non sembrano essere andate proprio così e anzi, gli attacchi violenti e gli episodi di discriminazione rivolti alla comunità AAPI sono in continuo aumento e meno di un mese fa un uomo ha ucciso otto persone dopo avere fatto irruzione all'interno di un centro massaggi di Atlanta e, guarda caso, sei delle vittime erano proprio donne asiatiche. Un’escalation di odio e rancore questa che deve essere fermata, proprio come ha scritto Rihanna nel suo cartello sfoggiato con orgoglio durante la manifestazione di domenica.

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