Non è bastato lo stop alle registrazioni dei genitori non biologici negli atti di nascita dei bambini di coppie omosessuali, ora sembra che alcune procure italiane stiano applicando il divieto del Governo anche retroattivamente. A Bergamo il tribunale ha stabilito che il certificato di nascita di una bambina di nove mesi dovrà essere rettificato eliminando il nome della madre non biologica, a Milano è stata chiesta la modifica di quattro certificati, a Padova la procura avrebbe chiesto al Comune di trasmettere tutti gli atti di nascita che certificano l’iscrizione all’anagrafe di figli di coppie omogenitoriali per una revisione. La situazione si fa sempre più grave.

alcune procure italiane contro le famiglie omogenitorialipinterest
GABRIEL BOUYS//Getty Images
Una manifestazione delle famiglie arcobaleno a Milano

Sembra una caccia alle streghe, fanno notare attivisti e membri della comunità Lgbtqia+ sottolineando i rischi a cui i minori vengono esposti. Tutto è cominciato con la circolare dello scorso gennaio del Ministero dell’Interno che imponeva ai comuni italiani la sospensione delle registrazioni dei genitori non biologici nei certificati di nascita di bambini nati all'estero da coppie gay tramite la fecondazione eterologa o gestazione per altri. Alla base c'è una sentenza della Cassazione dello scorso dicembre e a nulla è servita l'ultima condanna da parte del Parlamento europeo che chiede all'Italia di colmare il vuoto normativo sui bambini figli di coppie omosessuali. Ora, però, non si tratta più solo di sospensione, alcune procure stanno rivedendo anche i certificati già emessi, revocando diritti già acquisiti.

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«Siamo soltanto agli inizi di una procedura che molte procure e molti tribunali italiani si apprestano ad adottare, in conseguenza di una precisa volontà politica: usare il vuoto normativo e sfruttarlo per mettere in atto una vera e propria cancellazione del diritto alla genitorialità per le persone omosessuali», scrive Gay.it raccontando la storia di Giulia, una bambina di 9 mesi di Bergamo che, da qualche giorno, per la legge italiana ha solo una mamma, quella biologica. A Padova negli ultimi 6 anni erano stati registrati 33 bambini nati all'estero da due donne ma ora la procura ha chiesto di trasmettere tutti gli atti al tribunale per valutarne la rettifica. «Mi auguro che non vengano impugnate», ha commentato il deputato Pd Alessandro Zan, «perché un bambino così rischierebbe di perdere una madre che non verrebbe più riconosciuta tale e si tratterebbe di una crudeltà contro il supremo interesse del minore. Torno a ribadire l’urgenza di una legge: ci sono famiglie consolidate con figli che oggi rischiano di perdere uno dei due genitori».