È facile capire quando una ragazza è nella sua "Fleabag Era": si presenta agli appuntamenti con ore di ritardo e il mascara colato, va al lavoro ancora vestita come la sera precedente, si ubriaca da sola o in alternativa si divora quattro hamburger in una serata. Su TikTok spopolano video di questo tipo, che ti mostrano quel "feminine urge", bisogno femminile di distruggere tutte le relazioni sane della propria vita. Una ragazza in un video dice, tra il serio e l'ironico, «Molte di voi stanno male interpretando cosa vuol dire essere nella propria Fleabag Era. Non si tratta solo di ferirsi ogni tanto mentre ci si depila o essere sempre in ritardo, ma significa distruggere completamente la propria vita, avere la possibilità di impedire che tutto vada a rotoli ma non farlo deliberatamente». Questo nuovo trend TikTok lascia perplessi ed è stato messo in relazione al cosiddetto "dissociative feminism", ecco di cosa si tratta.

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Two Brothers Pictures
Di fatto sei nella tua "Fleabag Era" quando ti crogioli nella tua sofferenza

Non è ben chiaro come si sia passati dal ridere e applaudire la bravura di Phoebe Waller-Bridge, a desiderare di emulare la protagonista di Fleabag nei suoi momenti peggiori. Perché, di fatto, essere nelle propria "Fleabag Era" significa crogiolarsi con distacco nella sofferenza, esaltare le cose che vanno male e sentirsi cool mentre tutto va a rotoli. La scrittrice Emmeline Cline ha descritto questo atteggiamento di alcune donne come "dissociative feminism" o "femminismo dissociativo". Queste donne immaginarie (rigorosamente bianche) - come Fleabag, le protagoniste di Sally Rooney, o de Il mio anno di riposo e oblio di Ottessa Moshfegh - reagiscono al dolore dissociandosi. Cline fa notare che anche Hanna di Girls soffre e manda all'aria la sua vita, ma lo fa in modo più melodrammatico e molto meno cool: «Fleabag elude abilmente le accuse di essere piagnucolosa che Hannah ha ricevuto perché, invece di lamentarsi, nei momenti di tumulto si dissocia semplicemente».

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Insomma, la moda TikTok è quella di parlare del proprio malessere esistenziale in modo impassibile e distaccato, piuttosto che disperarsi o crogiolarsi seriamente nella sofferenza. La dissociazione, però, non è certo una bella cosa: è uno stato psicologico di disconnessione tra la mente e il corpo, un meccanismo di coping inconscio che si sviluppa tipicamente in risposta a un trauma. In più, questo atteggiamento, se legato al femminismo, si trasforma in uno sguardo distaccato sui problemi femminili e le lotte in atto.

È un approccio passivo che rifiuta l'ottimismo da "girlboss" ma, così facendo, elimina anche gli orizzonti di progresso alla base del femminismo stesso, la rabbia e la lotta. Di certo non si tratta di un atteggiamento particolarmente sano e anche Fleabag sarebbe d'accordo. Del resto, come molte di queste "femministe dissociative" dimenticano, persino lei, nella seconda stagione, evolve, risolve i suoi problemi e trova l'amore: è una nuova Fleabag Era.