Nulla faceva presagire il suo malessere, né le foto su Instagram che documentavano l'avventura a Pechino, né le foto esultati sul podio. Arianna Fontana ha vinto la gara femminile di short track regalando all'Italia il primo oro delle Olimpiadi Invernali e nessuno si sarebbe aspettato che, dopo i festeggiamenti, sarebbero arrivate delle pesanti accuse alla Federazione italiana sport del ghiaccio. Sarà stato il calo di tensione o la soddisfazione della vittoria: l'atleta ha rotto il silenzio e ha smesso di fare buon viso a cattivo gioco. «Se le cose non cambiano mi vedrete in un'altra veste», ha detto rispondendo alle domande dei giornalisti sui Giochi di Milano 2026, «non rimetto me stessa, il mio allenatore, la mia famiglia nella situazione in cui sono stata fino adesso».

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Touché. Fontana l'ha buttata lì senza troppi mezzi termini e la domanda dei giornalisti su cosa fosse successo non si è fatta attendere. Così ha raccontato che il percorso per arrivare a Pechino è stato tutt'altro che lineare al punto da spingerla a trasferirsi in Ungheria a causa delle crescenti tensioni. «Durante la prima stagione dopo Pyeongchang ci sono stati atleti maschi che mi bersagliavano sul ghiaccio, facendomi cadere, che provavano ad attaccarmi ogni volta che ne avevano l'occasione», ha raccontato la pattinatrice che oggi è alla sua quinta Olimpiade oltre che l'atleta italiana più premiata dei Giochi invernali:10 medaglie, alla pari della fondista Stefania Belmondo.

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Matthew Stockman//Getty Images
Arianna Fontana gareggia a Beijing

«Per me non era sicuro allenarmi con il team in Italia», ha proseguito alla conferenza stampa, «questo è il motivo per cui me ne sono andata in Ungheria e la Federazione non ha aiutato molto con le scelte, con le decisioni di avere mio marito Anthony Lobello come coach. Lui mi ha aiutato a vincere una medaglia d'oro a Pyeongchang e allora erano molto felici. Poi non so perché abbiano cambiato idea. Ovviamente era la decisione migliore perché ho vinto un altro oro oggi».

Insomma, sembra che la Federazione non abbia protetto a sufficienza la sportiva che si è spinta a dire che «c'erano persone che non ci volevano qui. E non hanno aiutato affatto. Anzi hanno provato a non farci venire, trovando un modo per farci male». Sono senz'altro accuse pesanti e il presidente della Fisg Andrea Gios, ha prontamente ribattuto: «Non intendiamo commentare le critiche di Arianna Fontana, nel senso che siamo felicissimi del risultato che ha fatto e della medaglia splendida che ha vinto».

«Farò una conferenza stampa per precisare alcune cose», ha poi aggiunto, «precisazioni, ci tengo, non in chiave polemica. Noi siamo i suoi primi tifosi, lei ha tutto il diritto di criticare e chiariremo serenamente dopo i Giochi». C'è da chiedersi se la Federazione prenderà sul serio le accuse o minimizzerà come spesso accade quando si parla di sessismo. «Ieri era ieri, oggi è un altro giorno», ha detto Fontana, speriamo in un domani in cui il mondo dello sport sia più inclusivo anche verso le donne (e speriamo di vederla a Milano).