C'è aria di rivoluzione: sono state 660 in totale le manifestazioni che il 2 ottobre si sono svolte negli USA per chiedere che il diritto all'aborto legale venga rispettato. Le donne sono scese in piazza contro la legge del Texas che proibisce l'IVG dopo che viene riscontrata un'attività cardiaca nell’embrione, di solito attorno alle sei settimane. Le donne chiedono che la loro libertà di scelta venga rispettata: «My body my choice», «Keep your laws off my uterus», «Keep abortion legal». Abbiamo scelto i cartelli e gli slogan migliori che immortalano questo momento. Anche a distanza, in quelle marce ci siamo anche noi.

Abort the Patriarchy

i cartelli più belli della women's march usa per la difesa dell'abortopinterest
Anadolu Agency//Getty Images

Iniziamo con un classico. Se c'è qualcosa che deve finire ("abort" in inglese significa "interrompere", "annullare") è il Patriarcato. Se tutte le energie impiegate dai pro-life fossero state impiegate per smantellare i retaggi patriarcali avremmo già raggiunto la parità di genere da circa un decennio. Come to the feminist side, we have cookies.

Abortion Saves Lives

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MANDEL NGAN//Getty Images

Vi ricordate i gadget a forma di feti dei pro-life a Verona qualche anno fa? E i manifesti che paragonavano la pillola abortiva ad un veleno? Una delle strategie comunicative dei pro-life è quella di presentare l'aborto come qualcosa di mortifero. In realtà la verità è che legalizzare l'aborto significa soprattutto salvare le vita di quelle donne che abortirebbero lo stesso, rischiando però la vita con procedure clandestine e poco sicure.

Mom by choice

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Yana Paskova//Getty Images

Uno dei più belli, ed è il caso di allegare una reference: la foto di Amy Schumer e Jennifer Lawrence che hanno partecipato assieme alla marcia.

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«Io non ho un utero e lei è incinta» si legge nella caption con riferimento alla rimozione dell'utero a causa dell'endometriosi di Schumer e al pancione di Lawrence. Essere pro-choice vuol dire esattamente questo: poter scegliere se, come, quando e con chi avere un figlio. E fa tutta la differenza.

You are pro-life until the baby is sick, poor, black, gay trans, differently abled

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Yana Paskova//Getty Images

Sull'ipocrisia dei pro-life più che un cartello ci sarebbe da scrivere un trattato. Questo slogan, però, centra bene uno dei punti più importanti: «Siete pro-life solo finché il bambino non è malato, povero, nero, gay, trans o con disabilità». Che dire, se si considera che chi si oppone all'aborto solitamente poi è anche contro molti altri diritti civili, si capisce che il punto non è tanto essere "a favore della vita", quanto tenere sotto controllo i corpi altrui.

We freed Britney, now free the rest of US

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Anadolu Agency//Getty Images

«Abbiamo liberato Britney, ora liberiamo tutti gli Stati Uniti». Qui abbiamo senz'altro un vincitore per il premio originalità. La notizia che il padre di Britney ha deciso di rinunciare alla tutela legale della figlia è ancora fresca, quindi perché non sfruttarla? Attenzione, però: non si tratta solo di un riferimento pop che fa sorridere e sa di #empowerment, Britney ha dichiarato davanti al tribunale che suo padre e i manager della conservatorship le hanno impedito per anni di rimuovere la spirale intrauterina e di avere un figlio. Che si tratti di rendere illegale un aborto o di impedire una donna di rimanere incinta, si tratta di coercizione riproduttiva. Il punto è ancora una volta "my body my choice", il resto è violenza.

You've fucked with the last generation

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Alex Wong//Getty Images

Le donne e le femministe sono stufe. Sembra incredibile rendersi conto che le battaglie sull'aborto che combattiamo oggi sono le stesse degli anni 60 e 70. I tempi cambiano, le generazioni si susseguono, i miglioramenti - certo - ci sono, ma rimane sempre chi vuole togliere alle donne la possibilità di decidere in autonomia per loro stesse. È un ciclo che si ripete ed è davvero arrivato il momento di dire "basta": «Avete fatto incazzare l'ultima generazione», e speriamo stavolta sia davvero così.

Save Roe

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MANDEL NGAN//Getty Images

«Save Roe» forse è lo slogan più significativo, visti i tempi. Negli Stati Uniti, infatti, l’aborto è stato depenalizzato nel 1973 da una sentenza della Corte Suprema: la famosa Roe v. Wade basata sul caso di una donna che voleva abortire proprio in Texas. Finora la sentenza aveva consentito a generazioni di donne di decidere del loro corpo, sancendo un principio riconosciuto a livello nazionale, ma ora le cose potrebbero cambiare. Stavolta infatti la Corte Suprema (ora a maggioranza repubblicana) ha consentito al Texas di approvare la legge nonostante vada contro la decisione di Roe v. Wade. Le attiviste temono che la sentenza venga così ribaltata e per questo spingono perché il diritto a un aborto legale e sicuro goda di maggiori e più stabili tutele.