“Dopo l’esplosione le cose si sono complicate", esatto: come se prima la situazione non fosse già abbastanza drammatica. Ora le persone che stavano cercando di evacuare dal Paese e mettersi in salvo all'estero rischiano di rimanere bloccate a Kabul. È il caso di 180 studenti che dovevano arrivare in Italia tra cui 81 studentesse iscritte alla Sapienza di Roma e arrivate nella capitale afghana da Herat per imbarcarsi all'aeroporto. “Erano sulla lista del ministero della Difesa per essere trasferite in Italia, ma a causa dell’attentato non sono riuscite a entrare in aeroporto”, ha raccontato il prorettore dell'Ateneo. Ora il loro destino è in sospeso, ma le autorità italiane assieme alla Sapienza stanno facendo il massimo per sbloccare la situazione. “Stiamo mettendo in campo tutti gli strumenti e gli sforzi per sperare di poterli presto accogliere tutti in Italia", ha dichiarato all'ANSA la ministra dell’Università Cristina Messa. Il tempo disponibile, però, è agli sgoccioli.

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"L'obiettivo finale sarebbe di far tornare in Italia complessivamente tra le 180 e le 190 persone", spiega all'ANSA il prorettore dell'Università La Sapienza Bruno Botta. "Insieme alle 81 studentesse bloccate a Kabul, dovevano partire anche altre 9 persone tra uomini e bambini che si trovavano sempre nella capitale afghana per un totale di 90 persone", aggiunge specificando che a queste "in un primo momento si aggiungevano altri studenti provenienti dall'Iran e dall'India per un totale complessivo di 118 persone che sarebbero dovute partire prima dell'attentato". Ora il numero sta crescendo ulteriormente perché l'università ha deciso "di aprire anche a coloro che non erano stati inizialmente ammessi" aggiunge Botta, ma in queste ore rimane difficilissimo riuscire a far salire queste persone su un aereo per farle arrivare in Italia in sicurezza.

"Dopo l’esplosione", ha spiegato infatti il prorettore, "le cose si sono complicate”. Giovedì pomeriggio c’è stato un grosso attentato nei pressi dell’aeroporto di Kabul poi rivendicato dall’ISIS-K, la divisione afghana dell’ISIS. Sono morte almeno 170 persone, ci sono stati moltissimi feriti e soprattutto si è aggravata la situazione di caos e panico che da settimane rendeva estremamente difficili le operazioni di evacuazione. La preoccupazione maggiore al momento è per le ragazze, per le studentesse iscritte alla Sapienza che si sono spostate da Herat fino a Kabul per imbarcarsi e che ora si trovano nella capitale senza sapere se riusciranno a partire. Nel caso dovessero essere rimandate indietro, infatti, rischierebbero rappresaglie e atti di violenza da cui è essenziale proteggerle. Che soluzioni ci sono, però? Secondo Botta “La speranza ora è che il gruppo possa viaggiare su voli di altri Stati, quando ce ne saranno”, ma la situazione rimane drammatica e di difficile gestione. "Dall'Unità di crisi ci è arrivato un bellissimo messaggio", conclude però Botta, "sostanzialmente dicono che non abbandoneranno assolutamente i ragazzi e le ragazze della Sapienza". La speranza di vederli sbarcare in Italia rimane accesa nonostante tutto.