Fischi, "complimenti", commenti, richiami vari: le donne ci sono abituate. Sanno che se indossano una gonna un po' più corta potranno con facilità ricevere attenzioni indesiderate (e no, la colpa non è certo della gonna), sanno che devono tenere il telefono a portata di mano quando camminano al buio, sanno che devono tirare dritto e far finta di non aver sentito i fischi. "Le ragazze nel Regno Unito subiscono molestie ogni giorno. Vengono seguite, chiamate, toccate e palpeggiate – e questo deve finire", ha detto al The Guardian Rose Caldwell, amministratrice delegata dell'ente benefico Plan International UK che ha lanciato la campagna #CrimeNotCompliment e ha sviluppato un progetto di legge per affrontare il problema. Sembra che il Regno Unito voglia prendere in mano la questione, criminalizzare catcalling e molestie per strada e rendere le città più sicure. Sarà sufficiente?

instagramView full post on Instagram

"Con questo cambiamento legale le ragazze e le donne inizierebbero finalmente a sentirsi più sicure negli spazi pubblici", ha spiegato Caldwell e l'attivista per i diritti delle donne Nimco Ali è dello stesso parere. Ha dichiarato al Guardian che il fatto che le molestie sessuali in strada siano ancora legali è "bizzarro". "Vietiamo i rifiuti, vietiamo il fumo nelle aree pubbliche – ora dobbiamo vietare i comportamenti degli uomini che non riescono ad agire civilmente", ha detto, "Non credo che le persone siano consapevoli di quanto sia pesante l'esperienza delle donne giorno per giorno. Rendere le molestie per strada un crimine sarebbe un enorme passo avanti". Al momento sembra che la ministra degli Interni Priti Patel voglia cercare di introdurre una nuova legge sulle molestie per strada e ha spiegato di voler presentare oggi stesso una strategia per andare a fondo nella risoluzione del problema.

Patel ha affermato di essere "determinata a dare alla polizia i poteri di cui ha bisogno per reprimere i colpevoli e svolgere i propri doveri per proteggere il pubblico fornendo alle vittime le cure e il sostegno che meritano", ha anche previsto una nuova app "StreetSafe" che consentirà alle donne e alle ragazze di indicare le zone in cui si sentono insicure, oltre a una una campagna pubblica che si concentrerà sul comportamento dei perpetrators. Inoltre, sempre secondo il The Guardian, è stato stanziato un fondo di 5 milioni di sterline per la "sicurezza delle donne di notte" che si concentrerà su progetti "innovativi", come quello ampiamente criticato di inserire poliziotti sotto copertura nei bar e nei locali notturni per proteggere le donne.

In realtà ci sono molti dubbi sul fatto che potenziare la polizia sia il modo migliore per rendere le strade più sicure. Il gruppo femminista Sisters Uncut l'ha fatto notare in relazione al caso di Sarah Everard, uccisa proprio da un poliziotto. "Ogni giorno nel Regno Unito", spiegano a Dazed, "la polizia mette in atto violenze contro le persone di colore e nere, trans, queer e persone non conformi al genere, contro le lavoratrici del sesso, le comunità zingare, rom e nomadi e contro coloro con uno status di immigrazione insicuro". Come spiega la geografa femminista Leslie Kern, la sicurezza delle donne non può esistere a scapito di altre comunità marginalizzate: è necessario un approccio intersezionale per ripensare gli spazi, la convivenza nelle città e la stessa mascolinità tossica. Insomma, c'è molto lavoro da fare, ma una cosa è chiara, qualcosa va fatto: il 97% delle donne tra i 18 e 24 anni nel Regno Unito ha dichiarato di aver subito molestie sessuali in luoghi pubblici.