Nella vita, sperando che sia per un motivo banale, ti può succedere di dover andare al Pronto Soccorso ed è meglio arrivarci preparata. Anche se è un'esperienza abbastanza comune, non tutti sanno come ci si comporta durante una visita al DEA (Dipartimento d'Emergenza e Accettazione). Abbiamo chiesto a PaolaSMD, anestesista in un ospedale pubblico italiano, di svelarci qualche dritta da insider per rendere questa esperienza più serena possibile.

1. Chiediti se hai davvero bisogno di andare al Pronto Soccorso. Prima di metterti in macchina o farti accompagnare da qualcuno fatti questa domanda e rispondi sinceramente: "Il mio stato di salute è così compromesso da essere necessario un tempestivo intervento medico? Sono in pericolo di vita o di incipiente disabilità?" Ok, nessuno di noi parla così forbitamente a se stesso, ma questo è per rendere l'idea del ruolo del Pronto Soccorso nella società: "Pronto", cioè rapido e tempestivo, "Soccorso", cioè a sostegno delle funzioni vitali. Siete ancora convinta che un dito, sbattuto la settimana scorsa, sia sufficiente a giustificare un accesso? Ho visto coi miei occhi un giovanotto nel pieno del vigore farsi trasportare da un'ambulanza per un' influenza. Una di quelle che si sta a letto qualche giorno e poi passa.

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2. Porta pazienza. Alla domanda del punto 1 hai risposto di sì: hai bisogno del Pronto Soccorso. Bene, ti spiego cosa ti aspetta. Ti verrà assegnato un codice colore di triage: bianco, verde, giallo e rosso. L'ordine è crescente per livello di gravità, quindi non devi stupirti, o indignarti, se con un codice bianco o verde ti vedrai sorpassare da altre persone arrivate dopo di te. Anzi, dovresti esserne felice: significa che non sei così grave e che quelli che ti passano davanti stanno avendo una giornata decisamente peggiore della tua. Se poi, quelli che arrivano, sono su una barella scaricata da un'ambulanza con sirene spiegate, la cosa migliore da fare è non essere d'intralcio e lasciarli passare, non è il momento di chiedere spiegazioni o rivendicare priorità di arrivo. Il personale te ne sarà grato, il disgraziato in barella anche di più.

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3. Prima di fiondarti al PS fatti una bella doccia. Questa è più che altro una regola generale di convivenza civile, ma che a maggior ragione si dovrebbe applicare se si sa di andare in un luogo dove si verrà spogliati e toccati. Non dico di fare come mia madre, che ha un cassetto pieno di biancheria e pigiami nuovi di zecca "nel caso di un ricovero improvviso". Questo puoi serenamente evitarlo e, in caso di ricovero, far venire la mamma con un cambio pulito da casa o mandare un'amica a comprarti un pigiama nel negozio di fronte all'ospedale.

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4. Lascia perdere le raccomandazioni. L'unica priorità che vale in DEA è l'urgenza e non verrai curata prima e meglio se sei cugina del cognato del vicedirettore dell'ospedale, quindi rilassati e non scatenare una tempesta di telefonate di raccomandazioni. L'unico effetto che otterrai sarà di irritare i tuoi curanti e questa, in generale, non è mai una buona idea.

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5. Se prendi regolarmente dei farmaci ricordati come si chiamano. Se sei in terapia cronica con alcuni farmaci, impara a memoria il loro nome, oppure scrivi su un foglio l'elenco dei medicinali che prendi e mettilo nel portafogli. Ti assicuro che: "Quella pastiglia piccola, piccola bianca e quella grande con la scatola azzurra" non sono indicazioni sufficienti per capire cosa assumi. Probabilmente tu non prendi nulla perché sei giovane e forte, ma magari i tuoi genitori o i tuoi nonni sì. In quel caso fai un'opera buona: compila il loro elenco di farmaci e mettiglielo nel portafogli. Se mai dovranno recarsi in PS sarà un bel vantaggio per loro e avrai la nostra eterna gratitudine.

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6. Non provarci con il bel dottorino. E neanche con l'infermiere. Per quanto Grey's Anatomy e E.R. ti abbiano illusa che il personale ospedaliero sia composto, principalmente, da adoni come Derek Shepard, Mark Sloan (di cui abbiamo una diapositiva al punto 3) e Alex Karev devo purtroppo confessarti che no, non è affatto così. Anzi. Diciamo che siamo nella media, anche se spesso peggiorati nell'aspetto da stanchezza e stress. Non siamo un grande spettacolo. Ma mettiamo il caso che, mentre ti trovi ricoverata, resti folgorata dal fascino del camice bianco. Ecco, non esiste contesto più sbagliato per abbordare un medico. Innanzitutto perché, per deontologia professionale, un medico non può sedurre un paziente mentre riveste il ruolo di curante. E poi perché ti assicuro che, per quanto io non dubiti minimamente della tua capacità seduttiva, in quel momento esiste un solo interesse: la tua malattia, trovare il modo più rapido ed efficace per curarla e passare al prossimo paziente. Riserva quindi la biancheria di pizzo (o i bicipiti guizzanti se sei un maschietto) per altre occasioni che non siano una visita medica. A fine turno o al di fuori dell'ospedale invece via libera! Ti posso assicurare che anche lui sarà molto più predisposto all'incontro.

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Mi auguro che tu non abbia mai bisogno di queste regole, ma nel caso dovessimo incontrarci io sono quella con la divisa verde e il camice bianco. Sì, lo so, il colore mi sbatte in faccia, ma ti prego sii gentile e non farmelo notare. 

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Paola racconta le sue avventure e disavventure in corsia sul suo blog Nessuno dice libera