Hubert de Givenchy era destinato al tracollo economico. Questa la previsione di Elsa Schiaparelli, la designer che nel 1955 aveva chiuso i battenti della propria azienda a causa delle difficoltà legate al dopoguerra.

«Lei era audace e originale», racconta al sito WWD lo stesso Givenchy, che poco dopo aver compiuto i 20 anni lavorava per l’iconica stilista.

«Era una donna alta, con i tacchi, il tailleur, cappello e gioielli. Quando le ho detto che me ne sarei andato (per aprire un brand tutto mio, ndr) si è arrabbiata moltissimo e mi ha detto: “Fallirai molto presto!”».

Qualche giorno fa, il brand Schiaparelli è tornato sulle passarelle dopo ben 60 anni, in occasione della Couture Fashion Week di Parigi. Nel 2006, infatti, l’azienda di articoli di pelle Tod’s aveva inglobato la maison italiana e il designer Marco Zanini ne è diventato il nuovo direttore creativo.

L’inventrice del cosiddetto rosa shocking, nonostante gli anni difficili che hanno poi portato alla chiusura della ditta, resta comunque una delle sarte e stiliste più importanti e influenti del XX secolo.

«Era un periodo in cui nessuno credeva nel futuro della moda», ha aggiunto lo stilista francese. «Lei era molto moderna».

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