Secondo la giuria competente a giudicare il decesso di Michael Jackson, l'agenzia di promoter AEG Live non ha nessuna responsabilità nella morte del divo.

Mercoledì scorso la famiglia del cantante defunto aveva portato in tribunale una causa contro l'importante azienda di organizzazione eventi, poiché secondo i parenti stretti della star sarebbe stata l'AEG a ingaggiare il dottore personale del divo Dr Conrad Murray, condannato per aver avvelenato Michael.

Sebbene la corte abbia confermato la tesi della famiglia del cantante, il medico è stato ritenuto competente, a differenza di quanto sostenevano Catherine Jackson e i tre bambini di Jackson, Paris, Prince e Blanket secondo cui l'AEG sarebbe stata negligente ad assumere Conrad Murray.

Il medico è attualmente in prigione per aver somministrato alla popstar una dose letale di Propofol, un potente sonnifero che ha determinato la morte del cantante, durante le prove del suo tour This is it nel 2009.

Secondo l'AEG Live, sarebbe stato invece Michael Jackson in persona ad assumere Murray e a decidere con lui i trattamenti farmacologici più adatti.

Una giuria di 12 persone ha così valutato se fosse il caso che l'accusa riscuotesse più di un 700 milioni di euro di danni dall'agenzia promoter del divo, e secondo quanto riportato dagli avvocati a ciascun figlio della star sarebbero andati 63 milioni di euro per danni personali.

D'altra parte anche l'ex moglie di Jackson, Debbie Rowe, di recente aveva raccontato del frequente abuso di medicinali da parte del divo. «I dottori fanno a gara a prescrivere a Jackson i "migliori" farmaci in circolazione... una competizione che ha portato poi alla sua morte per overdose da medicinali», ha riportato TMZ.

All'inizio la Rowe non aveva incolpato Murray per la morte dell'ex marito perchè secondo lei, sarebbero stati il Dr. Arnie Klein e il Dr. Steven Hoefflin, «a prescrivere a Jackson dosi sempre più porti di antidolorifici, nell'intento di spiccare l'uno sull'altro».

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