Cindy Crawford è salita alla ribalta negli anni Ottanta, insieme a stelle del fashion del calibro di Naomi Campbell e Christy Turlington. Da allora il mondo della moda è cambiato: la tecnologia del digitale ha reso molto più facili diversi processi come per esempio l'editing delle foto che prima richiedeva ore.

«In un certo senso ha democratizzato il fashion e la fotografia: persino mio figlio gioca coi filtri; è pazzesco cosa possono combinare dei bambini in dieci minuti con i loro cellulari seduti nei sedili posteriori della macchina. Anni fa sedevo per tre ore di seguito di fianco all'esperto di programmazione per farmi togliere una macchia dal viso. E ora invece è sparita questa figura!», ha raccontato la Crawford in un'intervista con il fotografo di moda Victor Skrebneski per la rivista Michigan Avenue.

«Quando lavoro oggi mi rendo subito conto di chi è nato prima dell'avvento del digitale e chi dopo. Le persone che lavoravano prima dell'arrivo degli smartphone e simili si assicurano ancora che tutto sia perfetto, che la pelle risulti perfetta e via dicendo.

Ma i giovani che non sanno come si lavorava in passato dicono semplicemente: “Ok, ora un attimo e la miglioriamo con un clic!”».

Oltre ad una delle carriere più fortunate del fashion, Cindy ha una splendida famiglia col marito Rande Gerber. In passato però la star non era così tranquilla e sicura di sé come adesso.

«Sapete: col senno di poi avrei dai dire due cose a me stessa. La prima: “Vai bene così!”. Credo che molti giovani ma anche adulti siano schiacciati dalle debolezze. La mia riguardava il fatto che ero sempre in giro, mi spostavo in continuazione da Chicago allo studio di Victor a New York e non mi sentivo appartenere a nessun luogo».

«La seconda cosa che mi consiglierei è di rilassarmi e divertirmi di più. Ero molto cauta e attenta e forse è grazie a queste qualità che ho avuto una carriera tanto fulgida ma poche volte mi sono divertita veramente».

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