Uno dei medici che hanno avuto in cura Michael Jackson ha deposto ieri la propria testimonianza al processo contro AEG Live, negando le precedenti affermazioni fatte dalla madre della popstar.

Katherine Jackson, che ha fatto causa alla società promoter di concerti per la negligenza dimostrata nella supervisione di Conrad Murray (medico curante di Jacko) aveva infatti affermato di non essere a conoscenza dei problemi di abuso di farmaci del figlio.

Tuttavia il dottor Alimorad Faschian ha rivelato ai giudici di aver impiantato, nel 2002, nel corpo del cantante un apparecchio al fine di «bloccare gli effetti di euforia della sostanza di cui abusava all'epoca, il Demerol».

Secondo il medico, Katherine partecipò attivamente a tutto il processo e vide anche l'incisione attraverso la quale il dispositivo era stato introdotto nel corpo dell'artista.

«Penso che Katherine volesse sapere tutto ciò che stava succedendo», ha riportato Faschian.

«Ricordo che quando eravamo a Neverland Michael mostrò la cicatrice alla madre. Soltanto lei era lì con noi. Sembrava felice della scelta del figlio».

Marvin Putnam – legale di AEG Live – sostiene invece che la donna non fosse a conoscenza degli effettivi problemi della pop star, così come non lo erano i dirigenti di AEG.

«Come Katherine Jackson ha testimoniato, non sapeva nulla della dipendenza di Michael, che durava da decenni, e ogni volta che qualcuno diceva qualcosa di negativo su di lui lei preferiva non sentire», ha riferito ai giornalisti.

«Non vuole che niente e nessuno possa rovinare il ricordo idealizzato che ha del figlio scomparso. Come biasimarla?».

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