Morrissey se l’è vista brutta quando ha scoperto di avere gravi problemi di salute, all’inizio dell’anno.

Giunto al successo negli anni Ottanta come voce leader della band inglese The Smiths, il cantante ha dovuto persino interrompere il suo tour statunitense.

«Avevo suonato a gennaio nello stato dell’Ohio, ma la notte successiva persi conoscenza e al risveglio ero coperto di sangue di colore nero e non sapevo cosa mi stesse succedendo – ha confessato durante un’intervista al quotidiano cileno La Tercera -. Fui portato in ospedale dove i dottori trovarono velocemente che avevo un’ulcera, l’esofago di Barrett e il tutto fu completato dalla doppia polmonite».

Nonostante la diagnosi, Morrissey ha cercato di portare a termine i concerti, senza grandi risultati.

«Sono riuscito a fare qualche altro show negli Usa - ha aggiunto - ma una volta giunto in Messico i dottori mi hanno detto di fermarmi. Non aver completato il tour è stato devastante, ma i medici mi avevano avvertito: “Qualche settimana fa sei quasi morto, ora dici che vuoi fare altri 18 concerti? Stai cercando di ammazzarti?”. E in effetti forse è quello che stavo facendo», ha ammesso l’artista di Manchester che ad agosto pubblicherà il docu-film «Morrissey 25: Live» per festeggiare i 25 anni dal suo debutto con Suedehead.

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