Nel 1967 Mick Jagger e Keith Richards finirono in prigione per possesso di droga.

Il modo in cui furono trattati in cella sollevò numerose proteste: secondo i fan il sistema giudiziario fu eccessivamente duro nei loro confronti solo perché erano personaggi famosi.

Mentre Richards ha spesso sminuito la vicenda, Jagger la ricorda ancora con orrore.

«C'è ben poco di cui essere sprezzanti, è stato terribile», ha raccontato il rocker a Q magazine.

«Certo, ci sono stati anche degli aspetti positivi. Non vivevamo in uno stato di polizia, non erano tutti contro di noi e abbiamo anche avuto il supporto della stampa».

Il frontman fu condannato a tre mesi di reclusione per il possesso di quattro pillole di anfetamina, ma ricorse in appello.

«Ero spaventato – ha ricordato – dovevamo trascorrere alcuni mesi al fresco. Guardando indietro penso che fosse tutto un po' esagerato. Non era necessario, fu solo uno spreco di tempo e denaro per tutti».

Il 69enne si stupisce ancora oggi del successo dei Rolling Stones, che quest’anno si riuniranno per suonare al festival di Glastonbury.

«Non c'è mai un momento in cui diventa più facile. Devi sempre dimostrare qualcosa. Non puoi fare troppo conto su quello che hai ottenuto in passato», ha spiegato.

«Tutte le volte che mi esibisco dal vivo è come se dovessi trovare ancora una volta la mia strada. Poi guardo Keith, o Charlie (Watts, il batterista della band) e penso: “OK, va tutto bene”».

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