Che cosa significa esattamente essere femministe oggi?

Per quanto ne so io, che sono una donna bianca, istruita, occidentale che ha potuto studiare ciò che voleva e che lavora a tempo pieno, il femminismo ha a che fare con l'equità, i pari diritti, il gender gap e la libertà di poter fare, dire e, perché no, indossare tutto ciò che voglio (nei limiti della legge, ovviamente). Molte delle battaglie che mi riguardavano direttamente sono già state, in parte, combattute dalle grandi donne delle generazioni che mi hanno preceduta.

Per questo mi arrabbio quando leggo che le donne vengono ancora pagate meno degli uomini e potrei tirare un pugno in faccia se qualcuno mi fa notare che "non sta bene" non portare il reggiseno e allo stesso tempo do per scontate tante cose che anni fa non lo erano, tipo che posso votare e che non mi licenzieranno il giorno che deciderò di sposarmi (ai tempi di mia nonna andava così).

Si tratta di femminismo da due soldi? Forse. Il punto è che ho avuto la fortuna di nascere in un'epoca, in una società e, soprattutto, in una famiglia che non mi hanno mai fatta sentire inferiore a un uomo, né discriminata per il semplice fatto di essere una donna. E, certo, sono convinta che ci siano ancora tante battaglie da combattere, ma fin da quando sono nata ho potuto liberamente fare tutto ciò che volevo e farlo senza imbattermi in pregiudizi e discriminazioni.

Già. Io.

Ma se fossi stata una ragazza curvy, nera, musulmana di Detroit che vuole diventare una fashion blogger? Forse le cose per me sarebbero state un tantino diverse. E Leah Vernon ne è la dimostrazione vivente.

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Leah ha 30 anni è di Detroit ed è una fashion blogger, che racconta se stessa e le sue idee sul suo sito Beauty and the Muse. Ma è anche nera, curvy e musulmana e per questo (cioè per cio che è) si imbatte ogni giorno con i pregiudizi che incontra negli sguardi della gente e che sono la sua personale battaglia da combattere.

«Le ragazze e le donne musulmane non sono oppresse. Ma non appena qualcuno mi vede, vede la mia "musulmanità", dà automaticamente per scontata questa cosa. In più sono grassa. La gente mi guarda e presume che io abbia poca autostima o che sia pigra. La gente vede la mia pelle nera e presume che io non abbia due master [e invece li ha eccome, uno in scrittura creativa e uno in editoria]. Con questo progetto voglio dimostrare al mondo che le persone come me, che non rientrano negli standard di bellezza della società ci sono e meritano di prendersi il loro spazio», ha detto ad Huffington Post.

La lotta di Leah è contro gli stereotipi che riguardano la sua religione e contro gli standard di bellezza a cui la società ci abitua e porta avanti questa battaglia con progetti sempre nuovi.

L'ultimo si chiama Muslim Girl Dance #BodyProject ed è nato la primavera scorsa, quando Leah ha deciso di girare un video (a budget zero) in cui balla per le strade di Detroit. Un video che vuole rompere gli schemi per i quali una donna musulmana, oversize e nera che balla per strada è inappropriata.

«Sì, sono grassa, nera e molto musulmana. Vi metto a disagio?».

Un progetto in nome della body positivity e dell'amore per se stesse. Una voce fuori dal coro per ricordare (e ricordarci) che del #girlpower c'è ancora tanto bisogno e che ce ne sarà bisogno fino a quando anche l'ultimo pregiudizio non sarà cancellato dalla società. Per ciascuna di noi.