Sette di sera, inizio d'inverno. Cielo blu zaffiro, vetri brinati dai primi freddi. Sono a casa. Driiiiin. «Pronto?». «Signora Delogu?». «Sì». «Lei non ha pagato l'ultima bolletta del telefono, domani le staccheremo la linea». Un attimo: quale bolletta? Non mi è arrivato nulla! Si sono certamente sbagliati. O forse un amico che, conoscendo la mia passione per gli horror movie, mi ha fatto uno squillo proprio come succede all'inizio di Scream?

Epilogo: nessuno scherzo. Il giorno dopo, zac, interrotte le comunicazioni. Solo cinque mesi più tardi, ritirando fuori dall'armadio una borsetta gialla che usavo in estate, l'ho trovata. La bolletta era lì, abbandonata fra gli scomparti, sbiadita e con la macchia rossa di una matita per labbra senza tappo persa là in fondo.Quando l'ho scoperta, nessun senso di colpa: solo uno sfarfallio leggero nel cuore. Ero all'inizio della carriera, vivevo da sola, guadagnavo il mio primo stipendio da praticante giornalista: una paga minima, molto bassa. Ma mi permettevo tutto quello che sapevo di potermi comprare e non mi sono mai sentita povera. Ho sempre avuto un rapporto sensuale con i soldi: anche quand'erano pochi, sono sempre stati un dosato rubinetto delle meraviglie pronto a versare piccole o grandi soddisfazioni.

Sì, il senso del denaro parte da te. E se con i soldi hai una relazione infelice, condizionerai negativamente la tua vita. È anche la tesi di Scarcity, il saggio intrigante scritto da un economista di Harvard e da uno psicologo a Princeton. Facendo lampeggiare le parole "porta", "corta" e "torta" davanti agli occhi di un campione di persone, quelli fra loro che sono a stomaco vuoto visualizzano subito "torta". Perché in questi casi il corpo, e la mente, si predispongono verso il bisogno, generando un'ossessione negativa. È quello che dobbiamo evitare di fare con il denaro: meglio pensare che possiamo permetterci molte cose piuttosto che fissarci su quello che ci manca.

I soldi sono come le onde del mare, arrivano in riva, si gonfiano, si ritirano, poi con l'alta marea tornano: impara a muoverti morbida come su un serf. Da pag. 62 parliamo di denaro in una grande inchiesta: affrontiamo il tema spinoso della disparità retributiva di genere. Secondo uno studio dell'International Labour Organisation, una donna in Europa guadagna il 16% in meno all'ora rispetto a un uomo, mentre una laureata in Italia, dopo un anno dalla fine degli studi prende mediamente il 32% in meno di un collega di sesso maschile. E si fatica il triplo per fare carriera. Tranquilla, le cose stanno cambiando: l'Unione Europea, con il progetto Equality pays off, sostiene i datori di lavoro virtuosi nel ridurre il gap retributivo e Goleman Sachs stima che la parità di genere fra gli occupati porterebbe un incremento del Pil italiano del 22%.

Valorizzare una donna per un'azienda è un vantaggio! Ma per mettere in atto questa rivoluzione, molto dipende anche da te. Nell'articolo a pag. 63 si parla di "sindrome della tiara", una barriera interiore tipicamente femminile che porta a sottovalutarsi e a non chiedere mai un aumento, aspettando che il merito sia riconosciuto da sé. Ne soffri anche tu? È ora di svoltare! Noi di Cosmo ti diciamo come (corri a pag. 66). La tua nuova vita più gratificante, inizia qui. E ricorda il mantra di Aristotele Onassis: "Quando una persona afferma che col denaro si può avere tutto, puoi essere certa che non ne ha mai avuto".

Francesca Delogu

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