Galaxy Generation è una community di talenti che attraverso i social raccontano il loro percorso, coinvolgono gli appassionati e ispirano i ragazzi che hanno idee e creatività a seguire i propri sogni. È il progetto creato da Samsung che ha selezionato giovani italiani, diversi per attività, ma accomunati dalla passione per il proprio lavoro. Li puoi seguire sul sito www.galaxygeneration.it e con l'hashtag #galaxygeneration. Alle ragazze della community abbiamo chiesto di raccontarci come sono riuscite a trasformare il loro sogno in una realtà entusiasmante.

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Nicoletta Manni prima ballerina del Teatro alla Scala

«Non c'è un segreto per arrivare al successo. Per quanto mi riguarda avere gli obiettivi chiari sin da piccola mi ha aiutata. Per questo lavoro ci vuole disciplina e concentrazione. Sono state determinanti le persone che mi sono state vicine, ma la guida più importante è la passione che ti fa andare avanti e ti fa emozionare. Essere prima ballerina non è un punto d'arrivo ma di partenza per migliorarmi sempre di più. Il percorso non è stato semplice, per fortuna però non ho vissuto il momento di blocco. Sì, spesso ho sentito la lontananza della famiglia che vive in Puglia, però con l'aiuto dei miei genitori e degli insegnanti ho superato le difficoltà».

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Valentina Diouf campionessa della Nazionale di Pallavolo Italiana

«Lo sport richiede impegno, perseveranza e dedizione costante. Come tutte le bambine guardavo Mila e Shiro alla tv e sognavo di diventare una pallavolista. Quando ho iniziato a giocare, ho imparato a prendere confidenza con il mio corpo che cresceva velocemente. A 15 anni da Milano mi sono trasferita a Roma, ho colto al volo l'opportunità e non lo rimpiango. Bisogna cogliere le occasioni e non mollare se incontri qualcuno che non crede in te. Poi, soprattutto per chi fa dello sport la propria professione, è importante coltivare altri interessi e continuare la scuola. Devi pensare al il futuro perché come per tutti gli sport la carriera finisce presto».

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Angelica Donati manager e imprenditrice

«L'orario fisso non funziona più, oggi lavori tanto se sei flessibile. Facendo questo lavoro sai che magari lavori fino a tardi a Roma e il giorno dopo voli per un incontro a New York. Sono cresciuta a Londra e la grande differenze che vedo tra il il mondo anglosassone e l'Italia è l'abitudine alla flessibilità. Il mio consiglio è di imparare ad esserlo, a essere pro business, pro smart work, pro creatività».

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Lorenza Dadduzio & Flavia Giordano della food community cucinaMancina

« La nostra community è nata tre anni fa dopo un corso per start-up. Abbiamo messo insieme le nostre passioni: cibo e design. E abbiamo pensato di creare una community di "mancini", cioè di persone che mangiano senza glutine o sono vegani, oppure amano la cucina con poco sale o poco zucchero. Ma ci sono anche tanti curiosi alimentari. All'inizio sembrava un gioco, ma poi un po' alla volta siamo cresciute. Nella nostra community vogliamo trasmettere l'idea che bisogna volersi bene partendo da una cosa semplice come il cibo. Lavoriamo in due città diverse tra Italia e Svezia e ci riusciamo grazie alla tecnologia. Ci piace l'innovazione e siamo globali, abbiamo collaboratori australiani e giapponesi. Giochiamo con la tradizione e ci piace sperimentare».

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Elisa del Favero studentessa di design, ha vinto un progetto di IED in Silicon Valley

«Ero orgogliosa e terrorizzata per la nuova esperienza in Silicon Valley. Sono tornata con un bagaglio culturale arricchito. Ho capito che in Italia ci sottovalutiamo, mentre dovremmo essere più fiduciosi delle nostre capacità e avere più autostima perché le nostre università offrono un'ottima preparazione. Mi piacerebbe che anche in Italia i giovani siano considerati una risorsa, come succede nel resto del mondo. Siamo meglio di quello che crediamo, siamo il futuro più prezioso».