Ad appena 22 anni Sofia Iacuitto, raffinata attrice romana dai lunghi capelli ricci e dagli occhi chiari, ha già un curriculum denso di esperienze. Ha lavorato a teatro, la sua grande passione (ha debuttato sul palco del teatro Quirino di Roma nel 2018), in tv (Don Matteo 12 e La compagnia del cigno 2 sono le serie in cui l’abbiamo già vista) e al cinema (La Guerra di Cam è il suo primo ruolo da protagonista).

Dal 6 ottobre la ritroviamo in Un’estate fa, serie transgenerazionale targata Sky (prodotta da Sky Studios e da Fabula Pictures in streaming anche su Now) con protagonisti Lino Guanciale e Filippo Scotti. Un thriller ambientato tra gli Anni ’90 e i giorni nostri, in continui salti temporali che ricostruiscono un omicidio avvenuto durante i mondiali del 1990. Sofia interpreta Lauretta da ragazza (nella versione adulta c’è Anna Ferzetti). «Lauretta è una provinciale, arriva da Ariccia e si vergogna moltissimo di questo» spiega l’attrice. «Cerca di essere raffinata nel suo modo di vestire ma nel parlare le esce fuori la veracità che è la sua caratteristica principale. Allora lei farà di tutto, cercherà di camuffare le sue origini con i suoi vestiti. E io per questo la ringrazio: ho avuto dei costumi di una bellezza infinita».

Che esperienza è stata Un’estate fa?

«Beh, innanzitutto è il set più lungo al quale io abbia lavorato. E poi è stato molto coinvolgente, ci siamo trasferiti per circa tre settimane in Puglia, con tantissimi attori che si alternavano. Ce n'erano parecchi della mia età con cui siamo diventati amici. Abbiamo fatto un lavoro di gruppo e credo che questa cosa si percepirà».

A chi è dedicata questa serie?

«È un progetto in cui tutti vivono in qualche modo la stessa esperienza adolescenziale, per questo potrà essere apprezzato dai ragazzi ma anche agli adulti che faranno un tuffo nel passato. È un salto che permette di abbracciare più pubblico possibile».

instagramView full post on Instagram

Cos’hai portato di tuo in Lauretta e cos’hai preso da lei.

«Ci ho messo l’ironia, il sarcasmo, la capacità di comunicare con gli altri prendendomi in giro. Lei invece mi ha dato più leggerezza. L’insegnamento, la cosa principale che ho imparato con questa serie è che devo godermi la mia età con più spensieratezza. Negli Anni ’90 c’era quella dose di mistero che ti rendeva superficiale ma nel modo buono del termine. Ciò che noi giovani adesso abbiamo un po’ meno perché siamo sempre connessi».

Se potessi fare a cambio di periodo storico, vorresti vivere nel 1990?

«Al cento percento! Cambierei ad occhi chiusi perché il non sapere, il non avere sempre una risposta o un’informazione può portare con sé dei benefici. Pensiamo al gesto di andare a comprare e poi a spedire una cartolina: lo facevi se veramente ci tenevi a una persona perché impegnava del tempo, dei soldi. Oggi inviare una foto su WhatsApp non contempla alcuno sforzo. Ma ha lo stesso valore?».

sofia iacuitto un'estate fapinterest
Fabrizio Cestari/Rockett
Foto Fabrizio Cestari/Rockett; glam Emanuela Di Giammarco using Sisley Paris; stylist Samanta Pardini; outfit Max Mara

In un’intervista raccontavi della tua timidezza da bambina. Come va?

«Per fortuna è una cosa che non mi appartiene più. L’ho sconfitta con l’ironia, per affrontare una situazione che in quel momento sembra troppo pesante per me».

Come giudichi il tuo lavoro?

«È un mestiere in cui sei sempre sotto giudizio, devi confermare ogni volta chi sei, devi convivere con le nuove conoscenze e dei sconfiggere le tue insicurezze».

Teatro, cinema, tv: in quale arte ti senti più a tuo agio?

«A livello formativo e per la mia ricerca personale e artistica direi il teatro, perché hai più tempo a disposizione. Ma dal punto di vista dell’esperienza e di quanto un personaggio ti possa entrare dentro rispondo il cinema e la tv, non c’è molta differenza».

Ti vedremo anche nella seconda stagione di Prisma, si può anticipare qualcosa?

«Non posso dire nulla, entrerò nel cast come un nuovo personaggio, determinante anche se con un ruolo molto piccolo».

Tra dieci anni come ti immagini?

«Mi vedo attrice, spero di essere andata almeno una volta a Venezia, alla mostra del Cinema. Mi immagino come una donna in carriera ma anche come una giovane mamma».

Il film della vita?

«Per il passato tutte le meraviglie di Vittorio De Sica. Per l’oggi Quentin Tarantino e Margot Robbie in C’era una volta a… Hollywood».

Hai fatto già tanti lavori, ma cosa potrebbe dare una svolta ulteriore alla tua carriera?

«È una domanda che mi sono fatta anch’io spesso. Ci sono i nomi, i progetti, secondo me manca la fama più che i lavori, il famoso trampolino. In questo senso Un’estate fa potrebbe essere un grimaldello per far sì che la gente mi riconosca. Anche se la popolarità è un solo un accessorio. L'obiettivo è vivere di arte».