Aspetto elegante, sguardo enigmatico e profondo. Non è necessario che proferisca parola perché alla prima inquadratura si intuisce già il personaggio, si sente il profumo del suo carisma. Certo, il merito è anche della fisicità di Pedro Alonso, l’attore che lo interpreta, ma non è tutto. Andrés de Fonollosa, nome di battaglia: Berlino, è un personaggio così iconico de La casa di carta, che produttori e sceneggiatori hanno deciso di cucirgli addosso, come fosse un abito sartoriale, una serie spin off in 8 episodi che arriverà su Netflix nel 2023. Si intitola Berlino, le riprese sono iniziate il 3 ottobre a Parigi e si sposteranno poi a Madrid.

A questo punto la domanda nasce spontanea: cos’ha Berlino che il Professore e compagni non hanno? Perché ha attirato l’attenzione del pubblico, tanto da meritarsi una serie “tutta sua”? Insomma, perché Berlino è il cattivo che piace a tutti? Che sia un leader naturale, sicuro di sé e dall’appeal misterioso è fuor di dubbio. La sua intelligenza è un motore potente, ma è la sua imprevedibilità, anche a livello affettivo, a sedurre. E se il suo modo di amare è fuori dagli schemi, dietro il suo narcisismo, l’egocentrismo, l’arroganza, si cela un cuore ferito. E poi, come succede in molte serie tv, è più facile prendere le parti di qualcuno molto attraente o con capacità cognitive superiori alla media: e Berlino è dotato di entrambi. Attraverso il ruolo del “villan”, del rapinatore cinico, spietato, disperato, lo spettatore riesce a immedesimarsi ed esplorare il proprio lato oscuro a debita distanza, attraverso azioni (compiute da altri), che nella vita non compirebbe mai.

E se questo non bastasse, arrivano Esther Martinez Lobato e Alex Pina, i creatori della serie a tratteggiare i plus del personaggio più controverso e divisivo. «Berlino ha la personalità più frizzante, è perfetto da collocare in un altro universo. Ci è piaciuta l’idea di raccontare le avventure di una nuova gang insieme a Berlino ma in un mood completamente diverso», hanno spiegato. Se è vero che chi conosce gli altri è sapiente e chi conosce se stesso è illuminato, lo spin off de “La casa di carta” si preannuncia come una serie con una propria identità, del tutto autonoma dalla originaria. Gli ingredienti? La commedia non senza un certo romanticismo. Ci saranno le rapine ma senza violenza, piuttosto tanto illusionismo che trasformeranno Berlino in una una sorta di David Copperfield delle rapine. «Sarà un viaggio dentro il personaggio per esplorare il suo lato più giocoso, comico e romantico, senza perdere di vista quella psicopatia che palesa spesso», ha detto Pina.

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La nuova storia è un prequel, ambientato in un passato indefinito del personaggio, ben prima che si unisca al Professore e diventi il leader arrogante dei rapinatori della Real Casa del Moneda. «Berlino è un parco tematico, è ricco di sfumature, capace di sopravvivere alla morte e all’inferno, al lato oscuro e al lato luminoso. Vedremo un suo nuovo ciclo di vita insomma, incentrato sulla sua parte migliore, sul suo lato buono e affettivo», dice Pedro Alonso del personaggio con cui ormai fa i conti da anni, dentro e fuori dal set. Parole che dimostrano come il cattivo della storia, che si dividerà tra avventure libertine e sentimenti profondi, incarni appieno la filosofia di Jean Jacques Rousseau, secondo cui ogni uomo nasce buono e giusto, e se diventa ingiusto la causa è da ricercare nella società che ne corrompe l’originario stato di purezza. Nuove avventure stanno per arrivare, il cambiamento è nell’aria, e per chi sa aspettare c’è un meraviglioso arrivo: l’anno prossimo, su Netflix.