«Sono accuse gravi, ma totalmente infondate», così Rocco Siffredi si è difeso dopo la denuncia per molestie sessuali da parte della giornalista Alisa Toaff. Il caso riguarda un'intervista in occasione dell'uscita della serie Netflix Supersex e una chat Whatsapp, dove l'attore avrebbe mandato diversi messaggi all'autrice del pezzo con violenze verbali e commenti a sfondo sessuale. Nei prossimi giorni la polizia invierà una prima informativa in procura a Roma e si darà inizio alle pratiche, ma intanto Toaff ha diffuso i messaggi in questione mentre Siffredi si è difeso parlando con Il Giornale: «Accusare Rocco Siffredi fa molto rumore», ha detto, «e, visto il mio lavoro, le accuse risultano fortemente credibili».

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Sebastian Reuter//Getty Images

Lo scontro tra il pornodivo e la giornalista sembra sia nato da alcune divergenze sul contenuto dell'intervista in questione. «Ho chiesto spiegazioni alla giornalista, la quale mi ha risposto che era necessario fare un titolo forte per dare risalto al pezzo», ha detto Siffredi al Giornale sostenendo che il pezzo lo presentasse «come un depresso cronico» citando opinioni su Alessandro Borghi che lui non aveva mai pronunciato. «A quel punto non ci sono più stato», ha aggiunto, «Mi sono molto incazzato e, certamente sbagliando, ho usato nei confronti della giornalista parole molto offensive. Parole che le ho mandato con un vocale su WhatsApp. Volgarmente le ho consigliato di fare più sesso perché le avrebbe fatto bene. L’ho richiamata subito per scusarmi. Mi ha risposto che non ci sarebbe stato nessun problema, perché mi avrebbe querelato».

Siffredi ha anche sostenuto che sia stata la giornalista ad aver tenuto per prima con lui un comportamento poco professionale. «Che mostri davvero tutto il contenuto delle chat», ha dichiarato Siffredi al Corriere della Sera, «È lei che ha fatto continue allusioni durante l'intervista. Ho le chat, ho le immagini della telecamera dell'hotel, ho dieci testimoni, ho i testi delle interviste come erano stati scritti. E mi chiedeva consulenze sul sesso in continuazione». A schierarsi dalla parte dell'attore pornografico è stata anche l’avvocata Annamaria Bernardini de Pace, nota per aver spesso assistito celebrities e vip, «Di fronte alla tragedia dei femminicidi bisogna evitare di fare lagne eccessive e ipotesi di molestie non accreditate o male interpretate», ha commentato a MowMag parlando dei rischi di quella che, a suo dire, è la tendenza a «credere alle donne a prescindere». Sappiamo però che, stando ai dati, sono molte più le donne che rinunciano a denunciare di quelle che lo fanno con secondi fini. Non è (e non dovrebbe essere) scontato che una donna accetti di buon grado di sentirsi dire frasi come «Fatti una scorpacciata di caz*i e impara ad essere una persona normale».

L'ultimo messaggio di Siffredi, reso pubblico, contiene le scuse dell'attore che, dopo lo sfogo, ritratta quanto detto sull'intervista: «Non c’è nulla di sbagliato, mi dispiace» conclude. «Come gli ho scritto in chat, sulle offese personali avrei potuto sorvolare ma non accetto in nessun modo che venga messa in dubbio la mia professionalità», ha dichiarato la Toaff in un'intervista. Ha raccontato di chiamate insistenti e di commenti inappropriati sul suo fisico da parte dell'attore fino ad arrivare agli insulti. «Voleva che levassi alcune sue frasi su Alessandro Borghi, l’ho accontentato ma non gli andava bene ugualmente nonostante, rileggendo tutto, non ci fosse niente di impreciso. Da lì è trasceso con insulti e valutazioni pesantissime sul mio conto che mi hanno messo ansia e agitazione anche per il tono usato». Ora la decisione spetterà al tribunale.