Si perisce più di fuorionda che di spada. Ne sa qualcosa Andrea Giambruno, ex compagno della premier Giorgia Meloni. E oggi pure il giornalista del Tg2 Piergiorgio Giacovazzo ha scoperto che un commento captato da un microfono che si pensava spento può diventare un boomerang. Presentando un servizio sull'esibizione di Fiorello e di sua figlia Angelica andato in onda Viva Rai2! il giorno della festa del papà, l'anchorman, credendo di non essere ascoltato dal pubblico a casa, ha detto: «Che carini! Adesso questa avrà dodici trasmissioni». Imbarazzato dal commento poi diventato virale sui social, l'AD della RAi Roberto Sergio si è affrettato a comunicare l'avvio di un procedimento disciplinare nei confronti di Giacovazzo. La reazione di Fiorello, all'indomani del fuorionda, è stata però tutt'altro che piccata. Nella puntata del 20 marzo del suo fortunato show mattutino, ha ironizzato: «Se si sentissero i miei fuorionda, mi arresterebbero. Ci siamo già chiariti: viva la libertà d'espressione». Il buon senso vince sempre, insomma, meglio ancora se accompagnato da ironia.

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Il punto di Fiorello, che ha scelto di non fomentare le polemiche intorno al commento del giornalista (certamente infelicissimo e infarcito di stereotipi sui nepo-baby), apre però il dibattito: è giusto minimizzare così la responsabilità di chi fa informazione con tanto di microfono appuntato al colletto?

«Io e Piergiorgio l'abbiamo risolta a telefono tra di noi, da uomini, senza l'intervento di nessuno. Ci siamo chiariti, i fuorionda capitano: ora tutto è bene quel che finisce bene. Capita a tutti e io ne ho fatte di peggiori: lasciamo stare questi provvedimenti. Fuorionda si può fare quello che si vuole, viva la libertà di espressione, nel bene e nel male». La presa di posizione del conduttore è palese: vincere, a colpi di intelligenza e sarcasmo, la naturale propensione alla polemica che si scatena nel pubblico davanti a fatti di questo tipo. Pur senza ignorare la questione, atteggiamento che non sarebbe stato nello stile di Fiorello, né dei suoi autori.