Alla fine le voci erano corrette: Amadeus lascia davvero la RAI. Il conduttore ha scelto di non rinnovare il suo contratto con l'azienda in scadenza ad agosto anche se «non è stata per me una scelta facile anche in considerazione degli sforzi importanti fatti da Rai per trattenermi», come ha detto in un videomessaggio pubblicato su Instagram in cui ha confermato le voci di questi giorni. «Lavorare in Rai per tanti anni è stato per me motivo di orgoglio, di responsabilità ed immenso piacere . Al servizio pubblico va il mio più sentito ringraziamento. Grazie a tutti i Dirigenti che ho incontrato negli anni, che hanno riposto in me fiducia, garantendomi autonomia e serenità».

Parole scelte con cura, che ha usato Amadeus per rigettare le voci di forti pressioni da parte dei vertici RAI durante Sanremo 2024. Il conduttore ha poi aggiunto che non ha «mai fatto alcuna richiesta per favorire i miei familiari o per escludere miei passati collaboratori, a dispetto di quanto è stato fatto circolare sulla stampa negli ultimi giorni», rinnegando un altro rumor di questi giorni: secondo alcune fonti avrebbe richiesto all'azienda un nuovo format da condurre e uno spazio in tv per la moglie Giovanna Civitillo. Il rifiuto della RAI sarebbe stato tra i motivi del mancato rinnovo del contratto. Ora è «tempo di nuovi sogni», ha concluso Ama: su canale NOVE, ambito canale Discovery che pare sia pronta a investire su di lui e sui suoi show quasi 100 milioni di euro in quattro anni, il conduttore potrebbe essere pronto ad abbracciare queste nuove avventure.

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Cosa resta della RAI

Non si può dire che per la RAI questo sia un periodo facile. Prima la protesta dell'Usigrai, sindacato dei giornalisti dell'azienda che il 10 aprile ha diffuso, durante i TG delle tre reti principali, un messaggio contro il nuovo funzionamento della par condicio, insieme di regole per strutturare in modo equilibrato l'esposizione mediatica degli esponenti politici in tv, voluto dall'attuale governo. Nel testo letto dai giornalisti RAI si legge che le nuove regole sono una violazione del diritto di stampa e che il servizio pubblico sta diventando un megafono della maggioranza di governo. «Vi informiamo che siamo pronti a mobilitarci per garantire a voi un’informazione indipendente, equilibrata e plurale», hanno concluso in coro, più che con una vaga promessa, con un preciso monito a cambiare le cose.

Poi l'addio di Amadeus, stella dei palinsesti, uomo d'oro di Sanremo. Se ne è andato per avere maggiore libertà e una burocrazia più snella: non c'è ancora certezza di cosa andrà a condurre ma, come dicono fonti vicine a lui vicine, «non si è spostato per una questione di soldi, desiderava maggiore indipendenza». Un'indipendenza che, a oggi, la RAI sembra non poter garantire a nessuno. E la diaspora iniziata con Fabio Fazio nell'estate 2023 sembra non avere fine: l'azienda pubblica non sembra più appetibile, non per chi desidera maggiore flessibilità, almeno. Rimangono ancora dei nodi, quello più nebuloso rimane a chi andranno i programmi di punta di Amadeus - Sanremo 2025 e Affari tuoi tra tutti - una volta che se ne sarà andato: Stefano De Martino rimane in pole position per il preserale, Alessandro Cattelan e Carlo Conti per il Festival. La presentazione dei palinsesti estivi per la stagione televisiva che verrà scioglierà parte di questi dubbi. E ci dirà se Canale NOVE è davvero la terra promessa - uno spazio senza vincoli, creativamente stimolante e soprattutto competitivo in termini economici - o solo un richiamo passeggero per i conduttori della vecchia guardia che non sono più disposti ad accettare compromessi sulla loro carriera.