Il percorso di Veronica Ferraro e Davide Simonetta per diventare genitori è entrato nel vivo. Dopo un primo post pieno di emozione in cui l'influencer svelava di aver iniziato un percorso di fecondazione assistita per provare ad avere un bambino, Veronica ha deciso di raccontare ai suoi follower ogni pezzo di questo cammino a partire dal pick up degli ovociti, uno degli step preliminari più importanti della FIVET.

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«Stamattina ho fatto il pick up degli ovociti e con questo ho concluso uno degli step che più mi spaventava del percorso di fivet che stiamo facendo io e Dave», ha scritto Veronica sotto una gallery Instagram in cui ha cristallizzato, per immagini, i momenti precedenti e subito successivi al piccolo intervento subito. «Adesso non ci resta che sperare che gli ovociti siano sani, che diventino embrioni e vada tutto per il meglio. Ragazze davvero voglio rassicurarvi: è fattibilissima come operazione!».

«È lo stesso step che va fatto anche per l’eggs freezing (stimolazione + pick up), io personalmente oggi pomeriggio sono già in forze! Fun fact: la sedazione mi ha fatto sognare Steve e Amelia, vi metto un video dei miei deliri che mi ha fatto Davide perché mi ha fatto ridere rivederlo! Grazie a tutte le persone che mi hanno scritto per augurarmi in bocca al lupo, sono vicina a tutte voi che state facendo il mio stesso percorso». Ferraro ha scelto di essere molto onesta sul percorso iniziato per diventare genitore, raccontando anche le paure e i timori che si possono incontrare sul percorso. In più di un'occasione ha ringraziato la dottoressa Daniela Galliano, l'esperta che la sta seguendo in queste settimane e con la quale ha anche organizzato anche una diretta Instagram per sensibilizzare sul tema della vitrificazione degli ovuli e della Fivet. «Credo davvero che quella dell'eggs freezing sia una tematica importante e sono contenta che ora se ne parli sempre di più anche in Italia», aveva scritto nel post in cui annunciava ai followers il percorso intrapreso. «L’unico mio rimpianto però è non aver avuto una conoscenza e consapevolezza maggiore, anni fa, della possibilità di vitrificare i miei ovuli, perché di certo lo avrei fatto in più giovane età, quando la mia capacità riproduttiva era più alta».