Quasi mezzo secolo di storia d'amore. Il cantautore Toto Coturgno, morto a 80 anni a causa di una malattia lunghissima, le aveva detto sì nel 1971. Un amore infinito, prima del tradimento che trentatré anni fa lo portò a diventare padre di Nico, avuto da una relazione fuori dal matrimonio. Carla, però, rimase sempre lì. E anzi fu lei a convincerlo a riconoscerlo.

Nel 2019, a proposito di Nico aveva detto: «Merito 10 in lealtà. A mio figlio Nico ho sempre insegnato a vivere così, senza mancare di rispetto a nessuno. Cosa mi ha insegnato lui? A essere sincero. Se mento Nico si arrabbia. Ma a me piacciono molto le bugie».

Donna completamente estranea al mondo dello spettacolo (rare le foto insieme, su Internet è possibile reperirne poche e tutte riferibili a oltre trent'anni fa), è stata lei il collante di tutto, grazie a lei se l'artista ha instaurato con il figlio un rapporto paterno. «Carla poteva cacciarmi di casa e invece non l’ha fatto. Quel figlio l'avevo avuto da Cristina. La prima cosa che mi disse fu di riconoscere mio figlio e dargli il mio cognome», ha raccontato lo stesso Toto.

toto cutugno, italienischer sänger und songschreiber, singt bei einem auftritt in der show buona sera, italia, deutschland 1984 photo by kpaunited archives via getty imagespinterest
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La vita familiare, però, ha riservato anche tanti dolori al cantautore italiano (che a oggi, con oltre 100 milioni di copie vendute, si stima essere stato tra gli artisti musicali italiani di maggior successo). «Ho visto morire mia sorella Anna, la più grande, sotto i miei occhi, soffocata. Stava mangiando gli gnocchi e uno le andò di traverso. Aveva 7 anni, io 5. Pochi mesi dopo nacque mio fratello Roberto, a cui voglio un bene dell’anima, che si ammalò di meningite e da allora, come previde il medico, ha avuto una vita complicsta», aveva raccontato Cutugno al Corriere della Sera. «E poi l’altra mia sorella, Rosanna, che è stata la prima bambina a essere operata al cuore in Italia a Torino. Papà si indebitò per quell’intervento che finì di pagare a rate nel 1978 due anni prima di morire». Fu proprio il padre, suonatore di tromba, ad avvicinarlo alla musica. A nove anni infatti, il piccolo Toto suonava il tamburo nella stessa banda di La Spezia del padre. Il resto, col tempo, è diventato storia.