Quasi mezzo secolo di storia d'amore. Il cantautore Toto Coturgno, morto a 80 anni a causa di una malattia lunghissima, le aveva detto sì nel 1971. Un amore infinito, prima del tradimento che trentatré anni fa lo portò a diventare padre di Nico, avuto da una relazione fuori dal matrimonio. Carla, però, rimase sempre lì. E anzi fu lei a convincerlo a riconoscerlo.
Nel 2019, a proposito di Nico aveva detto: «Merito 10 in lealtà. A mio figlio Nico ho sempre insegnato a vivere così, senza mancare di rispetto a nessuno. Cosa mi ha insegnato lui? A essere sincero. Se mento Nico si arrabbia. Ma a me piacciono molto le bugie».
Donna completamente estranea al mondo dello spettacolo (rare le foto insieme, su Internet è possibile reperirne poche e tutte riferibili a oltre trent'anni fa), è stata lei il collante di tutto, grazie a lei se l'artista ha instaurato con il figlio un rapporto paterno. «Carla poteva cacciarmi di casa e invece non l’ha fatto. Quel figlio l'avevo avuto da Cristina. La prima cosa che mi disse fu di riconoscere mio figlio e dargli il mio cognome», ha raccontato lo stesso Toto.
La vita familiare, però, ha riservato anche tanti dolori al cantautore italiano (che a oggi, con oltre 100 milioni di copie vendute, si stima essere stato tra gli artisti musicali italiani di maggior successo). «Ho visto morire mia sorella Anna, la più grande, sotto i miei occhi, soffocata. Stava mangiando gli gnocchi e uno le andò di traverso. Aveva 7 anni, io 5. Pochi mesi dopo nacque mio fratello Roberto, a cui voglio un bene dell’anima, che si ammalò di meningite e da allora, come previde il medico, ha avuto una vita complicsta», aveva raccontato Cutugno al Corriere della Sera. «E poi l’altra mia sorella, Rosanna, che è stata la prima bambina a essere operata al cuore in Italia a Torino. Papà si indebitò per quell’intervento che finì di pagare a rate nel 1978 due anni prima di morire». Fu proprio il padre, suonatore di tromba, ad avvicinarlo alla musica. A nove anni infatti, il piccolo Toto suonava il tamburo nella stessa banda di La Spezia del padre. Il resto, col tempo, è diventato storia.