Cosmopolitan e il Pride, una bella storia d'amore. Dal carro di Roma, lo scorso 10 giugno, all'aperitivo di Milano con lo stilista Alessandro Enriquez, domenica 25, per l'ultima giornata del weekend dedicato all'accettazione sociale. Dopo la grande parata per le vie del centro di Milano, le celebrazioni del mese dei diritti e delle libertà si sono spostate a Porta Venezia, uno dei luoghi simbolo per la comunità LGBTQIA+. Ecco com'è andata.

preview for L'aperitivo del Pride di Cosmopolitan e Alessandro Enriquez
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Una festa, un aperitivo tra amici, personaggi dello spettacolo e rappresentanti del mondo della comunicazione che si sono salutati al Memà Cafè, locale di tendenza che reinterpreta i colori, i gusti e i sapori della tradizione siciliana insieme a tanti ospiti che hanno festeggiato insieme a noi e grazie ai vini di Casa Grazia l'importanza della libertà di amare, da Alfa ai ballerini della Scala di Milano, poi Arisa, l'arista Popa e molti altri.

Anfitrione della serata lo stilista Alessandro Enriquez, che ha colorato gli ospiti con le sue celebri stampe e ci ha raccontato perché c'è bisogno di continuare a parlare di diritti. «Le voci non devono farsi sentire solo per il corteo, ma 365 giorni all'anno, perché i diritti sono di tutti e vanno tenuti in considerazione sempre». Per il designer Milano è un luogo simbolo per le libertà individuali: «Siamo nel cuore pulsante di una città che si è formata anche grazie al lavoro di persone legate alla comunità e che oggi ha un'influenza internazionale». Un dovere quindi non lasciare indietro nessuno: «Più ci stringiamo in un abbraccio umano più facciamo sentire quello che dovrebbe essere normale, e cioè che ognuno ami chi vuole».

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Alessandro Enriquez si spende in prima persona per le libertà, e non ci sta quando non vengono rispettate. «Io sono siciliano ma quando ho letto che la vicesindaco di Palermo si è dissociata dal patrocinio del comune per il Pride della sua città, ho pensato che fosse una cosa assurda. Parliamo di una donna, di una rappresentante delle Istituzioni che non condivide la libertà e i diritti delle persone». Il riferimento è alla deputata di Fratelli d'Italia Carolina Varchi che ha attaccato la parata arcobaleno e la scelta di appoggiarla: «Non ha alcun senso concedere questi patrocini», ha scritto l'esponente della giunta, «a manifestazioni che hanno una chiara connotazione politico-ideologica schierandosi apertamente contro il Governo nazionale e, più in particolare, difendendo la pratica aberrante della surrogazione di maternità».

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Per fortuna le polemiche non hanno intaccato il successo delle manifestazioni del Pride Month. A Milano quest'anno il weekend di celebrazioni si è chiuso con numeri di tutto rispetto: sabato 24 giugno oltre 300 mila persone hanno sfilato nel centro della città prima di ritrovarsi all'Arco della Pace, dove tra musica e balli la festa è andata avanti fino a notte fonda. Una partecipazione che visto in prima fila le famiglie, per ribadire che l'amore è soprattutto un rito collettivo. Che coinvolge tutti, in forme diverse, inaspettate, sorprendenti ma ugualmente legittime e meritevoli di rispetto. Il resto, per dirla alla Califano, è solo noia.