Capelli rossi, bellissimi, fossette sulle guance, un sorriso aperto a denti bianchi, e in fondo agli occhi un misto tra forza e dolore. Quando intervisto un personaggio, cerco sempre di fissare nella memoria la prima impressione, e questa è quella scolpita nel mio cervello di Ludovica Bizzaglia, 25 anni il 23 maggio, attrice e influencer da oltre 840mila follower. Quando poi l’incontro finisce e chiudo la porta dietro di me, subito cerco di tornare al momento iniziale, alla prima immagine, e mi chiedo: vale ancora dopo quello che mi è stato raccontato? Nel caso di Ludovica vale tutto, e ancora di più: i capelli rossi sono veramente da figa imperiale, le fossette e il sorriso davvero sono l’espressione di una ragazza solare. E gli occhi sì, anche loro confermano la forza e il dolore. Ecco la sua storia.

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Cosmopolitan
Ludovica Bizzaglia è la cover star del numero di febbraio-marzo di Cosmopolitan


Prima le cose di lavoro: a 9 anni Ludovica ha messo piede la prima volta su un set cinematografico, a 13 ha vissuto tre mesi da sola in Egitto per girare un film, a 18 se n’è andata per sei mesi a Buenos Aires per una produzione spagnola in cui interpretava una pattinatrice (spoiler: è diventata una pro con i roller). Ha scritto due libri (Abbi cura di splendere e Di pioggia e di fiori), ha recitato in moltissimi film e per due anni, ogni giorno, è stata sul set di Un posto al sole, la soap-fenomeno di Rai Tre, interpretando un personaggio con problemi di dipendenze.

Non voglio più stare zitta: con i silenzi e le bugie non si risolve niente


Se poi a questo ci aggiungi anche le difficoltà della vita vera, capirai che la ragazza ha forza di volontà da vendere: un rapporto difficile con il padre biologico, che ormai non vede più da quando ha 14 anni a causa di spiacevoli questioni legali sulle quali Ludovica preferisce non soffermarsi (è cresciuta con il suo “papà ogm”, come lo chiama lei, il marito della madre), il primo attacco di panico sempre a 14 anni, i disturbi alimentari a 20. Senza contare che la dermatite atopica, una malattia della pelle di cui soffre da quando è nata, ha condizionato tutta la sua vita. Qualche mese fa Ludovica, che da sempre cerca di domare ponfi, macchie rosse e crosticine con bombe di antistaminici, cortisone, chili di fondotinta e correttore, 
ha deciso di dire basta e ha pubblicato varie foto della sua pelle imperfetta, il viso e la schiena ricoperti di macchie rosse.

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Emanuele Ferrari
Ludovica Bizzaglia ha due cani: Olivia e Oscar

«Quel giorno ho mollato il telefono e l’ho ripreso dopo quattro ore. Il mio account è esploso, ho avuto quattromila commenti pubblici e cinquemila messaggi in dm di ragazze con disturbi di qualsiasi tipo, che mi dicevano: “Se ce la fai tu, ce la posso fare anche io”», racconta lei. «I problemi della pelle sono diffusissimi nelle donne, ma spesso vengono considerati solo una questione estetica e non vengono curati in modo adeguato. C’è ancora tantissima ignoranza tra i medici e non se ne parla abbastanza. La mia malattia è stata la cosa più importante della mia vita, decideva tutto lei: un giorno ero ok, e il giorno dopo mi svegliavo con la faccia piena di macchie. Mi hanno detto che ero allergica al sole, all’acqua calda, al mare, al glutine, alla lana, ai tessuti colorati, alla polvere… Così di volta in volta mi privavo di qualcosa: a 12 anni stavo sotto l’ombrellone e non facevo il bagno con i miei amichetti, d’inverno un medico mi aveva convinto a fare docce gelate. Ho provato a eliminare qualsiasi tipo di alimento, cambiavo le lenzuola due volte al giorno, pulivo casa in modo ossessivo per cancellare qualsiasi granello di polvere: niente è servito a niente (NIENTE!), ma in compenso ho un futuro davanti, se va male posso sempre reinventarmi come donna delle pulizie, sono una maniaca dell’igiene».

La mia malattia è stata la cosa più importante della mia vita

Avere a che fare con questa malattia è difficile se sei una studentessa: immagina come si sentiva Ludovica quando si presentava ogni mattina al trucco prima di mettere piede sul set. «Tutti mi chiedevano che cosa avessi, se ero contagiosa, se avevo provato l’aloe, i fiori di Bach o l’ennesimo intruglio. Un sacco di medici dicevano che era un problema di testa: dovevo rilassarmi e tutto sarebbe andato a posto. Non è stato così, e io crescendo mi sono sentita sempre più impotente e allo stesso tempo responsabile di un disturbo che non sapevo come affrontare. Invece la dermatite atopica è una malattia autoimmune: mia mamma mi ha raccontato che appena nata, di ritorno dall’ospedale, avevo già le macchie tra le pieghe di ciccia da bebè. Eppure ci hanno messo 24 anni per diagnosticarla e per darmi una cura adeguata». Perché qui c’è un lieto fine: da qualche mese Ludovica viene sottoposta a una cura sperimentale con un farmaco immunosoppressore che ha migliorato tantissimo l’aspetto della sua pelle. «Ci sono ancora i giorni brutti, in cui mi sveglio con le macchie, ma ti giuro che io una pelle così pulita, come mi vedi oggi, non l’ho mai avuta in tutta la mia vita. Se penso a tutti gli anni di sofferenza… Non voglio più stare zitta: con i silenzi e le bugie non si risolve niente. Siamo tutti imperfetti e dobbiamo imparare ad accettarci. Per stare meglio».

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Emanuele Ferrari
Ludovica Bizzaglia compirà 25 anni il 23 maggio

È come se Ludovica avesse tolto il tappo. Nel corso della nostra intervista racconta anche un altro scoglio che ha incontrato sul suo cammino, quello dei disturbi alimentari. «Ero sul set di Un posto al sole: vivevo da sola in albergo da un anno, avevo rotto con un fidanzato che non mi aveva fatto stare bene, la malattia galoppava. Una mattina mi sono svegliata senza fame: ho bevuto cappuccini di soia tutto il giorno e a sera non avevo mangiato nulla», racconta lei. «Da allora ho smesso di mangiare: non lo facevo per dimagrire, ma per vedere fin dove sarei arrivata, per provare a me stessa che ero forte e che, finalmente, il controllo sulle cose ce l’avevo io. Nel giro di un mese avevo perso quasi dieci chili, le costumiste continuavano a cambiarmi taglia. Ero sul set dalle sei del mattino alle otto di sera, ma non davo segni di cedimento. Sono andata avanti così un anno: a nulla sono servite le preghiere di mia madre. Un giorno mi ha chiamato il direttore di Rai Tre e mi ha detto che mi avrebbe mandata via se non mi facevo curare. Ho ricominciato a mangiare pian piano, ma il cibo ormai era diventata la mia ossessione: ora lo usavo come premio per qualsiasi cosa facessi. Le riprese erano andate bene? Mi meritavo tre pizze. Mi svegliavo al mattino contando le calorie del giorno prima e quelle che avrei ingerito più tardi. Ero disperata. Piangevo di continuo. Mia madre mi raccolse e mi portò da una psicoterapeuta: ci ero già stata da ragazza per gli attacchi di panico e ci vado tuttora».

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Emanuele Ferrari
Ludovica Bizzaglia è fidanzato da più di un anno con Alessandro Sollevanti, ristoratore di Roma


E ora come sta? Com’è il rapporto con il cibo? «Penso che avrò sempre un modo speciale di pensare a quello che mangio: i disturbi alimentari sono un mostro in agguato, sempre lì sulle spalle. E poi non esistono solo anoressia e bulimia, ci sono tanti modi in cui si manifestano: le mie abbuffate, mangiare fino a stare male, fino a non riuscire a muovermi dal letto, non erano sane. Ecco perché ho deciso di parlarne sui social e nei libri: magari posso aiutare qualcuno che ne soffre raccontando la mia storia. Ragazze guardate me: se ne può uscire. Ma il passo fondamentale è andare dallo psicologo: sai quante ragazze ancora credono che sia una cosa per squilibrati mentali? Pazzesco: io penso che tutti dovremmo fare un po’ di psicoterapia». Il nostro tempo sta finendo, mi faccio raccontare della sua situazione sentimentale: se per tanti il lockdown è stato un momento di crisi, per Ludovica invece è stato quasi una rinascita. Non solo ha finalmente trovato la cura per la sua malattia, ma anche l’amore.

Avrò sempre un modo speciale di pensare a ciò che mangio

«Non voglio dirlo ad alta voce, ma penso che Alessandro (Sollevanti, quasi 29 anni, ristoratore di Roma) sia quello giusto. Mi fa ridere, mi sostiene, mi fa stare bene. Ci ho messo un mese a dargli il primo bacio, come potevo fidarmi di uno che “faceva il pr e aveva dei locali”? Dio quanti pregiudizi avevo. Lui ha tenuto duro, mi ha corteggiato, e quando mi ha chiesto di fidanzarci, lo ha fatto con 100 tulipani. Dopo poco c’è stato il lockdown e l’abbiamo passato a casa mia, in un bilocale: pensavamo fossero due settimane e invece sono stati tre mesi, noi due e la mia cagnolina Olivia. Poi abbiamo cambiato casa, adottato un altro cucciolo, Oscar, e ora siamo in quattro». Certo il lockdown non è stato solo positivo per Ludovica: «Non vado su un set da almeno un anno e la cosa mi preoccupa: riuscirò a fare ancora l’attrice? Per ora continuo come influencer, una professione che mi sono creata da sola e che amo molto. Nel frattempo io e mia mamma abbiamo aperto un grande centro estetico e parrucchiere vicino casa dei miei, un’attività che rimarrà alla mia famiglia e alla mia sorellina. E poi ho congelato dei soldi che potrò avere solo quando compirò trent’anni e ho deciso di investire in azioni: il mio consulente finanziario Massimiliano mi odia perché gli rompo sempre, ma sono convinta che bisogna diversificare nella vita. Aprirsi più strade. E io cerco di fare del mio meglio». Pare che tu lo stia facendo molto bene, Ludovica.