Per l'autunno inverno 2022/2023, Pepe Jeans lancia “Caught on Camera”, campagna girata in un'antica biblioteca di Londra attraverso la lente del giovane fotografo di moda Josh Olins e i video di Isabella Di Stefano. I look presentati sono quelli della collezione menswear, con Brooklyn Peltz Beckham, e womenswear, che vede protagoniste due stelle nascenti nate a Londra, l’attrice Daisy Jelley e la modella, content creator e imprenditrice Sarah Lysander, la quale, per l'occasione, è stata intervistata da Cosmopolitan Italia.

La collezione protagonista della campagna "Caught On Camera" è ispirata allo stile college. Qual è la prima cosa che ti viene in mente se pensi alle parole college e scuola?

«La prima cosa che mi viene in mente è “self discovery”, la scoperta di me stessa. Sono stata molto fortunata a poter frequentare la Brit School of Performing Arts, che si fonda proprio sull’espressione di sé. Ho studiato teatro, e ci veniva insegnato a essere sempre noi stessi, e ho potuto sentire un senso di libertà per il quale sono estremamente grata».

Il tema «College» fa pensare anche alle avventure – e a volte anche alle ribellioni. La campagna in effetti racconta lo spirito ribelle di Pepe Jeans London e lo stile British. Qual è la cosa più ribelle che hai fatto nella tua vita? Magari negli anni della scuola?

«Non sono mai stata una grande ribelle al college, proprio perché avevamo una struttura veramente libera alla Brit School. Tuttavia, durante il periodo in cui il governo inglese stave tagliando i budget per scuola e college, io e i miei compagni siamo scappati dalla scuola per partecipare ad una protesta nel centro di Londra. È stato un momento molto liberatorio, sembrava che tutti fossimo sulla stessa barca e sentissero un forte senso di unità».

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La ribellione è una delle ispirazioni principali dello stile Pepe Jeans. Tu come definiresti il tuo stile?

«Venendo da Londra, sono sempre stata vicina a molte culture, stili e stimoli. Questo melting pot ha influenzato ciò che indosso, e io tendo a non definire il mio stile in un unico modo. Vivendo nella city, le cose cambiano continuamente e il mio stile riflette questo aspetto. Adoro il modo in cui nuovi designer reinterpetano vecchie tendenze, traendo ispirazione da differenti epoche, luoghi e media. Direi che il mio stile è in continua evoluzione».

Ancora parlando di ribellione, gli ultimi anni sono stati molto difficili, ma ci hanno aperto gli occhi sul clima e sulle emergenze sociali che la nostra generazione deve affrontare al più presto. Secondo te, a cosa dovremmo ribellarci?

«Credo che questo periodo richieda meno ribellione gli uni contro gli altri e piuttosto unirci e lavorare insieme per il bene del nostro pianeta e di coloro che lo vivono. Siamo molto più forti se siamo tutti insieme».

Com’è iniziato il tuo percorso come influencer e content creator?

«Ho iniziato la mia carriera nella moda come modella, poi quando è iniziata la pandemia e siamo stati costretti al lockdown ho dovuto iniziare a pensare fuori dagli schemi. Avevo un buon seguito su Instagram e così ho iniziato a utilizzarlo come uno “sfogo” per la mia creatività, più che per un semplice portfolio. Quando le restrizioni si sono allentate, ho iniziato a realizzare dei contenuti tutti miei, in cui pensavo direttamente ai miei styling, sceglievo le location, e in un certo senso dirigevo gli shooting. Da modella avevo lavorato a stretto contatto con fotografi, make up artist e hair stylist, e ora lavoro con loro regolarmente per i miei editoriali».

Quest’estate hai visitato l’Italia. Cosa ti è piaciuto di più?

«Senza dubbio il cibo!»

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C’è un posto dove non sei mai stata e che vorresti visitare?

«Mi piacerebbe molto andare a Tokyo, la cultura giapponese mi intriga davvero, sento infiniti racconti su quanto siano fantastiche le persone, per non parlare dello shopping vintage di cui i miei amici sono pazzi. Credo che ci sia molto da scoprire ed esplorare».

Qual è il tuo più bel ricordo del set della campagna "Caught On Camera"?

«C’è stato un momento durante le riprese in cui stavamo ballando nella biblioteca, e lì mi sono sentita veramente libera, come se fossi bambina. Uno di questi scatti è diventato una delle immagini principali della campagna ed è qualcosa che non dimenticherò mai. Il team è stato fantastico, mi sono sentita perfettamente a mio agio e ho potuto essere davvero me stessa. Questo mi ha colpito tanto».

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Il denimwear gioca un ruolo centrale nell’heritage Pepe Jeans’. Qual era il tuo jeans preferito da teenager?

«Da teenager andavo al mercato e compravo jeans skinny nei colori più brillanti e più irriverenti. Dal rosa acceso al giallo più forte – posso dire oggi che ho lasciato quei colori a quegli anni».

Qual è il tuo capo preferito di Pepe Jeans tra quelli che hai indossato per la campagna?

«Sono innamorata della maglia stile cricket, infatti da teenager ne avevo una vintage che indosserei sempre anche ora, e appena ho visto quella di Pepe Jeans ho subito sentito immediate nostalgia».

Che ruolo ha la moda nella tua vita e nella tua carriera?

«Sono quasi 10 anni che lavoro nel mondo della moda. Mi ha insegnato molto: affrontare il rifiuto è stato qualcosa che ho dovuto imparare rapidamente, dunque ora sono molto grata perché mi ha dato quella “pelle dura” necessaria per andare avanti e progredire in questo settore. La moda ha realmente giocato un grande ruolo nella mia vita: ho incontrato il mio fidanzato e i miei migliori amici».

Quali sono i tuoi piani per il futuro?

«Oltre a continuare la mia carriera come content creator, vorrei un po’ ridare indietro ciò che ho avuto. Ho sempre amato ricercare nuove “case” per i capi che non indosso più: è fantastico vedere persone così felici di ricevere vestiti che non usi più. Quindi sono molto interessata alle iniziative charity, inoltre ho recentemente riscoperto il mio amore per la pittura e il disegno, e vorrei trovare un modo per combinare questa passione a iniziative benefiche, andando avanti. Poi mi piacerebbe esplorare il mondo del wellness, è qualcosa che mi ha davvero aiutato in questi ultimi due anni ed è stato così appagante».