Si è spento a 86 anni nella sua casa parigina Emanuel Ungaro, stilista francese figlio di un sarto pugliese emigrato in Francia per fuggire al fascismo, e a cui il mondo della moda deve moltissimo. Forse non tutti sanno che questo giovane talento ha scritto alcuni tra i capitoli più importanti della storia della moda degli ultimi quarant'anni. Morto Ungaro, è doveroso fare un rewind per capire meglio chi è stato davvero il couturier che ha amato le donne.

Lo stilista morto a Parigi qualche giorno prima di Natale lascia in eredità la visione di una donna sensuale, allievo di Balenciaga, ha reso grandi gli anni 80.pinterest
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Nel 1980 Ungaro viene premiato a Parigi con il Ditale d’Oro, riconoscimento di alta sartorialità.

Ungaro se n'è andato in silenzio lasciando in eredità il suo personale dizionario di stile, uno sguardo con cui rendere belle e sensuali le donne così denso di spunti da essere fortemente attuale e contemporaneo. La lista dei brand che ancora oggi attingono dai suoi archivi potrebbe diventare lunghissima. La moda di Ungaro, stilista in camice bianco dalle mani abili e veloci, nasce alla corte di un altro maestro couturier, Cristóbal Balenciaga, anche lui figlio d'arte ovvero di madre sarta, con l'ambizione di cambiare -in meglio- il guardaroba delle donne.

"Balenciaga è stato un vero genio, da osservare in silenzio nel rispetto della sua indole taciturna" disse Ungaro in un'intervista a The Guardian.

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Nel 1968 Ungaro disegna una collezione ispirata alla moda Futurista e Space Age dove bralette e minigonna sono realizzati in sottili fogli di alluminio.

Nel 1965 il couturier fonda a Parigi il suo brand sulla scia della moda futurista, filone che contagia altri designer come Paco Rabanne, Pierre Cardin e Courrèges, anche lui allievo apprendista nell'atelier di Balenciaga. Ma è tra gli anni 70 e 80 che lo stile Ungaro entra di diritto nel lessico modaiolo dei tempi. Ad esempio Emanuel Ungaro spiega al mondo intero, convincendolo, la portata e il significato del mix di stampe.

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Disegni e stampe a contrasto, è questo uno dei punti di forza dello stile Ungaro, che si avvale del lavoro della textile designer svizzera Sonia Knapp per creare abbinamenti ad effetto.

Dai fiori ai pois, dalle gocce di cachemire alle geometrie astratte. Solo lui sapeva come accostarle con eleganza e visione senza mai cadere nella sciatteria da fritto misto. E poi la moda di Ungaro è stata anche la sintesi suprema di una sensualità nuova, plasmata sul corpo delle donne grazie a forme fluide e drappeggi luminosissimi.

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Il dettaglio del back side dell’abito in seta rosa della collezione Haute Couture Primavera Estate 1986.

L'esplosione e l'effervescenza della moda anni 80, oggi così di tendenza per vestiti eleganti, mini dress e volumi oversize, hanno reso il sarto italo francese tra gli autori chiave di quell'estetica. Insieme a Yves Saint Laurent Ungaro ha contribuito a rendere la moda pre-a-porter l'unica alternativa accessibile alla spesso inarrivabile alta moda.

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Parliamo della modernità di questo vestito: Ungaro l’ha creato per la collezione Haute Couture del 1984. In quanto l'hanno copiato recentemente?
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Da Ungaro a Richard Quinn è davvero un attimo. Qui una creazione a pois e fiori della collezione Primavera Estate 1992.

La magia di Ungaro e Anouk Aimée, non solo stilista e musa

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Per la sua musa, l'attrice francese Anouk Aimée, Ungaro ha creato abiti meravigliosi e, nel 1983, le ha dedicato addirittura un profumo, Diva, creato dal maestro profumiere Jacques Polge in un flacone plissé disegnato Jacques Helleu, ancora oggi in commercio (su Amazon lo trovi a 54 euro). Il loro è stato un rapporto affettuoso di supporto e simbiosi. Non era difficile incontrali insieme per le strade di Parigi o New York attaccati come due piccioncini. Dell'attrice enigmatica e sensuale de La Dolce Vita (1960) e 8 1/2 (1963) di Federico Fellini e dell'icona assoluta nel film Un uomo, una donna di Claude Lelouch (1966), Emanuel Ungaro si era letteralmente invaghito trovando in lei quell'intensità perfetta nel dare corpo e anima ai suoi abiti.

Lei è una ragazza timida, anche se è una diva. È una diva timida

Non c'era donna che non fosse conquistata dal fascino sensuale e dolce di Ungaro, stilista nato ad Aix-en-Provence nel sud della Francia ma con sangue mediterraneo italiano. Una storia che molto assomiglia a quella di Simon Porte di Jacquemus. Sarà quell'alchimia di sole e di sale che avvolge le coste del Mediterraneo a fare la differenza?

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Lo stilista al lavoro nel suo atelier. Definito anche chirurgo della moda, ha sempre lavorato con indosso un camice bianco mentre in sottofondo per lui solo musica classica.

Intorno al suo nome sono nate seconde linee e brand extension diventate in seguito strategie marketing di numerosi marchi: dai vestiti agli accessori, dai profumi all'arredo sino alla decorazione d'interni.

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Finalissimo della sfilata Primavera Estate 1985 a tutto pois.

Se nel 1994 Courrèges si ritira, nel 1996 il brand Ungaro viene acquisito dalla Famiglia Ferragamo per poi essere assorbito dal Gruppo Aeffe nel 2012. Nel 2001 Ungaro lascia il mondo rutilante della moda per mettere nelle mani del suo più stretto collaboratore, Giambattista Valli, le redini del brand. Dopo di lui molti altri designer hanno provato a dare nuova linfa al brand: Vincent Darré, Peter Dundas, Esteban Cortázar, Estrella Archs (in collaborazione con Lindsay Lohan), Giles Deacon sino allo stilista Marco Colagrossi.

Quali altri capitoli potranno essere scritti per un brand che ha saputo così bene interpretare un decennio cruciale come gli anni 80?

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Bye Ungaro! Finalissimo e applausi dalla passerella Autunno Inverno 1993.