Per lei non ci sono alternative. Non è necessario scegliere se concentrarsi solo sulla musica o sposare una delle cause che ha a cuore. Per Elisa è tutto tremendamente unito. Per lei ogni canzone è un atto di coraggio. È la possibilità di esporsi e di poter cambiare. Di segnalare vie illuminate, al passo con tutte le urgenze dei nostri tempi. «Dobbiamo smettere di metterci al centro e pensare di essere al centro del mondo», ci ha raccontato in camerino dopo il suo live all’Arena di Verona, il primo dei due concerti “An Intimate Arena” con Dardust.

In occasione di questi concerti, così come era successo lo scorso anno con Heroes Festival, Elisa ha pensato di curare personalmente uno spazio, all’interno della città di Verona, che fosse un simbolo della sostenibilità e del rispetto ambientale. Nel Green Village panel (dall’apiterapia fino alla moda cruelty free), workshop, corsi di yoga, showcase, percorsi sensoriali e attività per bambini e bambine hanno offerto alla collettività l’occasione di riflettere sulla terra e sul suo stato di salute. Tutte le attività nell’area allestita con materiali ecosostenibili sono coordinate da Music Innovation Hub e Puntoeacapo e sono di fatto un unicum interessante nel panorama nazionale.

L’idea di unire gli show all’Arena a una serie di attività organizzate al Parco Santa Toscana non è uno sforzo per far rientrare più cose possibili in un unico programma dagli obiettivi meritevoli. Tutto ciò che è legato ad Elisa nasce da un sincero desiderio di mettere a disposizione la propria voce per uno scopo nobile, che è da sempre radicato in lei. Fin da quando era una ragazzina immersa nella natura del Friuli. Lo ha raccontato lei stessa: «Per me è molto difficile parlare di ecologia perché a volte mi sento inadeguata, a volte penso di dire troppo, a volte penso di dire troppo poco. Ma da certe domande ci siamo resi conto di quanta paura o timore ci siano nelle persone. Dobbiamo tutti educarci con amore a far entrare la sostenibilità nella nostra vita quotidiana e a farla diventare ordinaria e non straordinaria. Sono talmente tante le scelte che si possono fare per la sostenibilità che molti non sanno da dove partire. E i più maturi, come mia mamma, si demoralizzano, perché dicono “Tu fai la raccolta differenziata, ma poi chissà dove finisce”. Ma questa sfiducia va combattuta».

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La volontà di Elisa di portare avanti questo messaggio è evidente. Lo si capisce mentre ci racconta l’emozione di queste ore a Verona. «Sono felicissima di come è partito il Green Village (attivo dal 2 al 4 giugno con il patrocinio del Comune di Verona, ndr). È bellissima l’energia che c’è. E mi piace pensare che ci sia più voglia di agire, di cambiare». Dal canto suo, Elisa non ha intenzione di chiudere il suo impegno con l’ultimo concerto all’Arena di questa sera. Anzi: «Al momento posso dirvi soltanto, con grande felicità, che stiamo trovando un modo per non fermarci mai più. Ma non posso dire altro per il momento».

Il concerto di Elisa ha così un duplice potere: trasportare il pubblico in un’atmosfera magica e allo stesso tempo renderlo profondamente consapevole del momento storico nel quale sta vivendo. Durante lo show, presentando la sua canzone Together (contenuta nel disco Pearl Days del 2004), ha ricordato il bisogno di pace. E ci ha spiegato. «Ero tanto tanto legata a mio nonno. Lui mi ha insegnato a cantare. Armonizzava, cantavamo sempre in casa. E lui era un partigiano della resistenza. È stato prigioniero politico nel campo di concentramento di Buchenwald per un anno e mezzo ma fortunatamente è riuscito a tornare a casa. Da lui ho imparato il valore della pace. Together, infatti, è un pensiero dedicato ai soldati. Con questa canzone io dico: “Non fatelo! Non entrate in nessun esercito!”. Tutti dovrebbero rifiutarsi di prendere un fucile in mano». E ha aggiunto: «Quando, nella canzone, canto Together, billions the soldiers of love in the dark parlo degli spermatozoi. Perché dovrebbero fare questo e non tutto il resto. Non riesco a immaginare un ragazzo di vent’anni che sceglie di rischiare la sua vita per obbedire a ordini e uccidere altre persone».

Il prossimo 24 giugno l’artista sarà al fianco di Blanco, Elodie, Emma, Giorgia, Ligabue, Madame, Fiorella Mannoia, Gianni Morandi, Negramaro, Laura Pausini, Max Pezzali, Salmo, Tananai e Zucchero per Italia Loves Romagna, concerto benefico a Campovolo a favore delle vittime dell’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna un paio di settimane fa. «Quanto avvenuto lo vedo come un’evidenza di quanto sia importante agire immediatamente. Ci sono sempre più prove inconfutabili di quanto sia necessario agire subito. Chi lo nega dice una fesseria».

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Se è vero che (a differenza di altre colleghe come Giorgia, Emma ed Elodie) Elisa è sicura di non volere almeno per il momento debuttare nel mondo del cinema («Io proprio no. Io ci vado, al cinema. Con i pop-corn. Pensate se tutti facessero gli attori, poi chi andrebbe più in sala?», ha scherzato) allo stesso tempo sa bene cosa la aspetta nei prossimi mesi. «Sto facendo diverse cose. Dopo la pandemia avevo tanta fame, avevo voglia di suonare. Ora ho tanti bellissimi progetti in cantiere che presto si vedranno. Ma non riguardano un mio nuovo album».

Il concerto del 3 giugno in un’Arena di Verona che ha risparmiato il pubblico da una pioggia annunciata da molti bollettini meteo è iniziato con una standing ovation. Un fatto strano, a pensarci bene. Come ha avuto modo di confermare in camerino lo stesso Ferdinando Salzano, a capo di Friends & Partners, una tra le più importanti agenzie di live e booking dello spettacolo italiano: «Non mi era mai capitato di vedere una standing ovation già dalla prima canzone». Il brano in questione era Dancing, delicato gioiellino della sua discografia. «È stato un rischio enorme fare quel brano in apertura. Ci tenevo tanto a fare una sorpresa al pubblico e volevo fare una grande apertura. Mi sono preparata vocalmente per mesi per affrontare questo brano all’inizio dello show. Ma anche per gestire la tensione emotiva che a volte ha un’influenza negativa in me, soprattutto nei falsetti o nei pianissimo che paradossalmente sono molto più complessi delle note più acute».

Tutto lo show ha avuto come co-protagonista Dardust che ha regalato al pubblico un intermezzo strumentale immersivo. Il musicista e producer ha anche riarrangiato i successi di Elisa. Da No Hero («Una canzone sull’amicizia, perché i migliori amici sono regali del cielo», ha detto Elisa dal palco dedicandola alla sua migliore amica presente in platea) all’intensa Qualcosa che non c’è («A volte dobbiamo andare avanti anche quando qualcosa non c’è…»). Ma anche il successo di Sanremo 2022 O forse sei tu e un sentitissimo omaggio a Tina Turner con The Best: «Un mito, una leggenda, con cui ho avuto la grande fortuna di lavorare», ha detto emozionata. Il concerto si è concluso, poi, con A modo tuo. Una bellissima lettera d’amore firmata Ligabue che parla del rapporto tra madre e figlia. Una canzone che parla, quindi, di legami e di fiducia. E delle resistenze nel lasciare che ognuno possa correre con le proprie gambe verso la propria felicità. Nella sua personale corsa, Elisa ha scelto ancora una volta di restare lì, in mezzo al palcoscenico e di fronte al suo pubblico. Prendendolo per mano e proponendogli riflessioni e occasioni di cambiamento. Cantando con dolcezza la sua vita e quella di tutti.