«Life in plastic is fantastic», recitava il ritornello della nota canzone degli Aqua che celebrava la Barbie-Life in un'epoca in cui nessuno pensava che un film sulla bambola bionda creata dalla Mattel potesse diventare una pellicola di stampo esistenzialista e femminista. Eppure la creatura rivoluzionaria travestita da blockbuster diretta da Greta Gerwig (basata su una sceneggiatura scritta a quattro mani col compagno Noah Baumbach, in un'apoteosi hollywoodiana che lascia poco scampo ai prevedibilissimi Oscar), in arrivo in sala il 20 luglio dopo due anni di anticipazioni, foto dal set, interviste agli attori - Margot Robbie e Ryan Gosling su tutti - è riuscita a destrutturare il cliché della bambola bionda tutta curve (e con poca sostanza) pur rubando all'iconografia di Barbie tutto il possibile. E facendola propria.

E così, per lanciare il film durante il massivo tour promozionale che ne ha anticipato globalmente l'uscita, Warner Bros e Mattel, insieme a una folta schiera di brand e influencer e forti di svariate campagne di co-marketing partite in modo spontaneo, oltre che della presenza degli attori del film sui "pink carpet" srotolati nel cuore delle città più glamour del mondo per le première, hanno messo in piedi una strategia di branding incredibile.

Efficacissima da un punto di vista visivo - il rosa domina, ovviamente - coerente rispetto al filone narrativo scelto da Gerwig e mastodontica da un punto di vista degli investimenti, questa strategia ha contribuito a trasformare il film di Barbie nel "topic of the month", ovvero nell'unica cosa di cui si è parlato a luglio in attesa dell'uscita. E ha confermato l'intelligenza della squadra di Gerwig, che si è messa in gioco con un prodotto cinematografico che oscilla, secondo le prime recensioni, tra l'omaggio a un mito, la sua destrutturazione e la campagna di marketing, appunto.

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La prima di Barbie con Margot Robbie a Seoul

D'altronde parliamo di una bambola creata da un'azienda che su quel corpo, su quei capelli e su quell'universo perfetto ha fondato la sua fortuna: insieme a McDonalds e Coca-Cola, Barbie è probabilmente il marchio più riconoscibile del mondo. Basti pensare che il caratteristico (e altrettanto riconoscibile) rosa del brand è il protagonista assoluto di alcuni manifesti pubblicitari comparsi in diverse città, in cui domina esclusivamente l'aspetto cromatico e la data di uscita del film: non c'è bisogno d'altro, quel colore già dice tutto.

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Uno dei manifesti promozionali di Barbie il film comparso in queste settimane

Il confine tra "marketta" (come si chiama in gergo la pubblicità troppo spinta e gratuita di un prodotto e o di un evento) e celebrazione, date le premesse, è però molto sottile. Gerwig, Warner Bros. e Mattel hanno deciso di oltrepassarlo sfruttando l'interesse mediatico per il film, complice la totale collaborazione di Margot Robbie e Ryan Gosling, apparentemente trasfigurati, anche fuori dal set, nei loro alter-ego finzionali.

La casa di Barbie a grandezza naturale

Non c'è ragazzina che non abbia sognato di vedere la Barbie Dream House in bella vista nella sua cameretta e questo Mattel lo ha sempre saputo. Così, per rendere questo desiderio realtà, grazie al revamp di una struttura a tema Barbie già lanciata nel 2017, Airbnb ha lavorato con l'azienda per un'iniziativa di marketing che permetterà a due persone, nella notte tra il 20 e il 21 luglio, di dormire nella casa di Barbie e grandezza naturale che sorge a Malibù.

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Le collab con i brand di beauty e moda

Il trend Barbiecore è ovunque e ha già invaso ogni settore possibile, da quello beauty alle passerelle. E grandi marchi - coinvolti o meno nella realizzazione del film, poco importa - hanno colto la palla al balzo per lanciare limited edition ad alto tasso di rosa. Tra questi ci sono OPI (che ha lanciato una linea di smalti) e NYX (make up) ma anche Moon, un marchio che promuove prodotti per l'igiene dentale, Beis (che invece produce valigie), Gap e Forever21 (abiti), Funboy (collezione swimwear), Homesick (candele), Ruggable (che produce tappeti), Aldo (scarpe) e Impala, che produce rolleblade e compare nel film in una delle scene più iconiche, quella con Robbie e Gosling in sella ai pattini a rotelle a Malibù.

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I look copiatissimi di Barbie e Ken nel film

Per il film sono state create campagne parallele anche nel mondo virtuale: Forever21, oltre alla capsule di abiti lanciata nel mondo reale, ad esempio, ha lanciato anche un negozio virtuale su Roblox; X-Box di Microsoft ha lanciato un gioco a tema e un contest per vincere una console Barbie-style. In totale, sono più di 100 le capsule e le collab a tema Barbie uscite in queste settimane.

Non tutte queste iniziative nascono in seno alla Warner Bros. o alla Mattel, principali promotori del film: si tratta, nella maggior parte dei casi, di progetti paralleli e spontanei lanciati per cavalcare il successo del film e del marchio (dunque a zero budget, almeno lato produzione), che però ne alimentano il mito. Un paradiso pubblicitario, a conti fatti.

Il press tour è il cuore della campagna di marketing

los angeles, california june 25 margot robbie attends the press junket and photo call for barbie at four seasons hotel los angeles at beverly hills on june 25, 2023 in los angeles, california photo by rodin eckenrothfilmmagicpinterest
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Margot Robbie è l’influencer principale della campagna promozionale del film Barbie

Va da sé che nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile senza un film potente come ci si aspetta che sia (e le recensioni dicono che è proprio così) quello di Gerwig, forte di un cast e di una colonna sonora stellare. In questo quadro il press tour, ovvero la promozione del film con eventi di primo piano in città come Seoul, Londra, Los Angeles e Milano (il 18 luglio), è diventata l'arma più potente, complice in primo luogo Margot Robbie che ha accettato di rimanere nel personaggio anche se, di fatto, non è più sul set.

Jacqueline Durran, costumista del film e Andrew Mukamal, fashion stylist di Margot Robbie durante il tour mondiale, hanno costruito intorno all'attrice un guardaroba che travalica il Barbiecore: l'attrice è Barbie perché ne indossa i look più iconici, ne sfoggia il make-up e si porta addosso con naturalezza la sua allure, che si trovi a Londra davanti a un London Eye illuminato di rosa o a Seoul in un centro commerciale tappezzato di poster con il suo volto. Sul red carpet dell'evento coreano, Margot Robbie si è presentata con un oggetto di scena che richiama in tutto e per tutto l'iconografia anni Novanta di Barbie: un cordless glitterato modello americano, quello visto in decine di serie tv di quegli anni e desiderio di milioni di ragazzine. E in questo sta la forza della campagna promozionale del film: è marketing travestito da meta-cinema che funge da omaggio a un'icona.

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Margot Robbie alla prima di Barbie a Seoul