All'esame di maturità 2023 uno dei titoli scelti per la prima prova è stato il saggio breve "Elogio dell'attesa nell'era di Whatsapp", a partire da un articolo di Marco Belpoliti pubblicato su Repubblica. «C’è un tempo per ogni cosa, e non è mai un tempo immediato», scriveva il critico letterario, che subito dopo si chiede chi, nell’era del botta e risposta, «ha tempo di attendere e di sopportare la noia?».

Davanti a giovanissimi che la maturità devono ancora affrontarla, Sofia Viscardi, Lorenzo Luporini e Chiara Maiuri, psicologa clinica del Progetto Itaca, hanno affrontato il tema della noia nell'era dei social. Siamo capaci di attendere? Ci stiamo disabituando a dei tempi lenti? Il nostro bisogno di fare uso dei social è incapacità di stare nella noia o dipendenza dal telefono? O, come diceva Leopardi, solo chi ha nobiltà d'animo ha la capacità di annoiarsi? Con una generazione che ha la fortuna di dare un nome alle cose (a partire dalla salute mentale), che per parlarne ha trovato l'esigenza di stigmatizzare i comportamenti nel bene e nel male, forse ha perso l'abilità di stare nella lentezza, nel processo, in un divenire che nei giovani d'oggi spesso scatena ansia. Lo dicono loro stessi, interpellati sul palco proprio dal team di Venti e da Chiara Maiuri, offrendo importanti spunti di riflessione e una fotografia della Gen Z. La riflessione è uno spunto per tutte e tutti, perché i social che utilizziamo ogni giorno forse stanno riempiendo un vuoto che non per forza va sempre colmato e che ci pone davanti alla sana, e necessaria, importanza dell'assenza.