#CosmoIAm è un percorso costruito insieme alle università più prestigiose del Paese: oltre 100 studenti hanno aderito al progetto, alla ricerca di una risposta alla domanda sull'identità, una questione che si affronta soprattuto da giovani adulti. Alcuni ragazzi e ragazze hanno concentrato la propria riflessione sul tema dell’identità sessuale. E noi li abbiamo presentati in un unico articolo, perchè spesso chi siamo parte proprio da qui.


Deni Neli

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«Eravamo di ritorno dalle riprese di un videoclip in provincia di Modena. Avevamo ancora un giorno prima di dover riconsegnare l’attrezzatura noleggiata e così pensammo di mettere in piedi un’idea per un corto. In una notte scrivemmo lo script de “Le relazioni umane”. Il giorno seguente trovammo attori, location, comparse e tutto ciò che ci serviva per quella notte di shooting improvvisata. La riflessione, come da titolo, coinvolgeva la fine di una storia d’amore tra due ragazzi che ormai non comunicavano più tra loro e che utilizzavano il sesso come diversivo per non doversi confrontare».

Benedetta Gambino

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Benedetta Gambino

«Intimi confini nasce dalla volontà di indagare nell’identità sessuale femminile, attraverso dettagli, sguardi, attimi di vita quotidiana. Ogni individuo, possiede una sua carica erotica e sessuale irrefrenabile, che mai andrebbe placata per vergogna o paura, sebbene spesso sia solito pensare che il perbenismo e la buona condotta di una persona non possano coincidere con sensualità ed erotismo. Attraverso il racconto di due giovani donne, nella loro quotidianità, le immagini si prefiggono l’obiettivo di mostrare come la loro estetica delicata, angelica, pulita lasci trapelare la loro sensualità, quasi innocente».

Francesco Alino Guerra

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«Mi presento: sono il figlio del consumo. Lo specchio della vanità. Sono nipote della Ragione, che caccia lo Spirito e inventa la bomba. Sono sorella dell’esibizione di un sé fasullo, fratello della curiositas che appesta il mondo. Senza saperlo aspetto un’Iside che mi mostri la via del cielo e mentre attendo bevo acqua di fogna. Sono marito della bassa voglia, moglie del disimpegno. Sono l’allegro frutto dell’infruttamento del prossimo: non concepisco che il frutto. Non ho altro dio all’infuori del frutto. Sono frutto io stesso. Nel magazzino dell’Occidente ogni cosa è disponibile. Sereno, navigo incosciente nella buia notte del disordine, su un mare di plastica umiliato. Solco un cimitero liquido depredato di frutti argentati e rifocillato di frutti umani. Mi guida a stento una stella sbiadita».

Cecilia Raimondi

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Cecilia Raimondi
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Cecilia Raimondi
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Cecilia Raimondi
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Cecilia Raimondi

«Ho provato ad affrontare l’argomento fondendo la mia visione creativa con quello che più di oggettivo di una società ci possa essere: i dati. Mi è sembrato il modo migliore per raccontare una delle sfide della mia generazione e così raccontarmi. Il mondo globalizzato di oggi ci aiuta ad alzare lo sguardo verso realtà culturali in cui le persone sono davvero ugualmente tutelate, solo per poi riabbassarlo ad un contesto che ancora giudica e proibisce, che ancora non ha leggi eque e che ancora discrimina e ferisce. Ho scelto di parlare di un argomento che sento rappresentativo della mia epoca e che dovrebbe coinvolgere tutti».

Albert Licciardi

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«L’identità di genere nei ultimi anni é diventata una tematica popolare, é sulla bocca di tutti e se ne parla anche sui principali giornali.

Ma è diventato anche un dibattito acceso e pregiudicante, con alla base disinformazione e falsi miti sull’iter medico e burocratico. Uno dei principali problemi sulla visione del corpo trans è nella narrativa comune di quello che viene denominato come “disforia di genere” o più recentemente, “incongruenza di genere”.

Il corpo trans viene strumentalizzato dal dibattito pubblico e politico e riassunto in modo approssimativo, viene fatto intendere come una gabbia da odiare e disprezzare per ottenere il consenso pubblico. Quando sono presenti evidenti difficoltà per cui ci si sottopone a ormoni, operazioni si continua a discutere sulla veridicità della condizione, sulla pelle degli interessati. In Italia si continua a definirla una fascia discriminata, talvolta anche dalle stesse persone LGBTQ+.

E arrivato il momento di decostruire l’immaginario della transessualità, lasciando quindi la possibilità di creare un ampio ventaglio di identità e vissuti; questo sarà possibile dando la voce ai giovani trans*, quegli stessi giovani che hanno permesso di portare questa tematica nel nostro quotidiano all’attenzione di media, parlando di come questo percorso – diverso in base alle proprie esigenze – non sia visto solo come una disgrazia ma anche come liberazione. In poche parole, la transizione é un salvavita; Hrt saves lives

*Hrt (Hormone Replacement Therapy: Terapia Ormonale Sostitutiva in italiano o abbreviato TOS) salva vite.