Una medaglia d’argento come lasciapassare per il futuro. Amara da mordere, forse, ma punto di inizio preziosissimo e luccicante per i prossimi obiettivi. Simbolo di come da una sconfitta in finale si debba ripartire per fare ancora di più. Il talento straordinario c’è, il legame forte pure, la moda della pallavolo anche (si spera continui). Ai Mondiali di volley in Giappone, la nazionale femminile di pallavolo ha ceduto solo al quinto set, il decisivo tie break, alla straripante e concentratissima squadra della Serbia, che ha potuto sfoggiare la medaglia più preziosa al collo. Qualche lacrima a bordocampo per le giocatrici italiane di volley, tra tensione sciolta e una punta di delusione, ma la realtà dei fatti le premia: sono un esempio di forza, costanza, impegno. “Ce l’abbiamo messa tutta, eravamo a un passo dall’oro. Forse è stata la stanchezza, probabilmente loro sono state più ciniche di noi. Ci ho provato con tutta me stessa” ha confessato a SkySport Miriam Sylla, eletta anche migliore schiacciatrice del torneo. Ai motivi della sconfitta ci si penserà razionalmente dopo il rientro in Italia, ci saranno le analisi a mente fredda, gli schemi di gioco, gli obiettivi da fissare (ehi, le Olimpiadi sono tra meno di due anni!). Adesso, nell'immediato, c'è la fama compatta, c’è l’amore che moltissimi italiani hanno mostrato nei confronti delle terribili ragazze del volley dopo l'altra impresa sfiorata dalla squadra maschile. Adesso c’è da fissare l’incredibile popolarità che l’impresa del Mondiale ha regalato alla pallavolo femminile.

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Perché il sestetto sceso in campo nella finale ha saputo far vedere, dietro passaggi e incroci quasi perfetti, qualcosa che è più importante delle medaglie d’oro al collo. Sono una squadra vera, compatta, coesa. Il simbolo perfetto dell’impegno condiviso, dell’obiettivo comune a tutte, della concentrazione che attraversa le frequenze delle loro teste durante il gioco. A guardarle sul podio che si abbracciano strette mentre accolgono le medaglie al collo, tra sorrisi e lacrime, sono uno spettacolo di potenza, unione e gratitudine dello stare insieme. Il singolo fenomeno esiste, ma riesce ad emerge grazie alla costruzione del gioco favorita dal talento altrettanto gigantesco delle compagne. La chiave del loro successo è qui: lavorare tutte insieme nel coordinamento del gioco.

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D'altronde intuirlo è un pensiero quasi automatico: la schiacciatrice-opposto Paola Egonu altezza 1,89 metri (tra le giocatrici di pallavolo più alte), la “convinta afroitaliana” come si definisce, non sarebbe diventata top scorer della competizione con 291 punti realizzati in questi Mondiali se non avesse avuto strepitose compagne come Monica De Gennaro (miglior libero del Mondiale), Anna Danesi, Lucia Bosetti, Ofelia Malinov tanto per nominarne alcune. Un esempio perfetto dell’importanza di fare squadra (come direbbe Chiara Ferragni) lavorando affinché le proprie caratteristiche si incastrino alla perfezione a quelle delle altre, esaltando quei pregi super che hanno appianato i minimi difetti. E hanno portato l’Italia della pallavolo femminile al secondo gradino del podio.

Un argento che pesa e che, come ha sottolineato Anna Danesi, in realtà è d’oro dentro. Dopo tanti anni di attesa la Nazionale di volley femminile torna a contare in una competizione iridata e con una squadra di cui andare orgogliosi, costruita con le preziose risorse dei vivai nazionali e del Club Italia. Umanità, bravura, gioco serrato: è mancato forse il dettaglio, fa autocritica il ct Davide Mazzanti. Ma sarà su quello che si ricomincerà a lavorare in previsione delle prossime competizioni, con la testa già concentrata su quella più importante: le Olimpiadi di Tokyo 2020. Con l'obiettivo mai sotteso di salire, lì, sul gradino più alto di un podio che manca da veramente troppo tempo. Si lavorerà sempre tutte insieme nel corso del prossimo anno e mezzo, tra campionato nazionale e voglia di migliorarsi. Intanto si torna a casa per il primo impegno istituzionale da onorare: travolgere di sorrisi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che le ha invitate al Quirinale.