Si chiama diritto alla disconnessione e si riferisce a quell'insieme di regole che permettono agli individui di non rispondere al telefono, alle mail e alle notifiche di lavoro dopo l'orario prestabilito dal contratto. Diventato un'impellenza in epoca pandemica, quando i contorni del tempo del lavoro e del tempo del privato sembravano sfumarsi negli orari dilatati del remote-working, oggi il diritto alla disconnessione è una legge effettiva in molte nazioni dell'UE e del mondo e non solo un insieme di pratiche di buon senso. In California, proprio in queste settimane, si sta lavorando alla messa a punto di una norma per garantire questo diritto a milioni di lavoratori. E tra i paesi che già si sono mossi in tal senso ci sono Francia, Croazia, Portogallo e Italia. In Belgio la norma tutela 65 mila dipendenti pubblici, mentre in altre nazioni la scelta è stata fatta individualmente da alcune imprese o multinazionali. Imponendo una legge uniforme, non rispondere alle chiamate fuori orario diventerebbe un diritto del lavoratore con tanto di multa in caso di infrazione della norma. E un'assicurazione sul benessere mentale delle risorse, spesso colpito da orari di lavoro fluidi e invasione degli spazi privati.

Diritto alla disconnessione, come siamo messi

A fare il punto della situazione attuale è stato il recente rapporto dell'Eurofound Right to disconnect: implementation and impact at company level in cui viene analizzato il problema sociale della connessione costante e i benefici del diritto alla disconnessione. Certo la normativa è ancora molto frammentata: in Grecia e Slovacchia per esempio le regole valgono solo per i telelavoratori, in Italia per chi opera in smart-working, in Belgio, per le aziende private, le regole si applicano solo per quelle con più di 20 dipendenti. Oltre i confini dell'UE, c'è l'Australia che sta pensando di varare una legge apposita per evitare che i dipendenti facciano straordinari non retribuiti. Come ha spiegato primo ministro Anthony Albanese: «Stiamo dicendo che chi non viene pagato per lavorare h 24 non dovrebbe essere penalizzato se non è online e disponibile h 24».

I benefici della disconnessione

In un'epoca in cui superare la burnout culture sta diventando fondamentale per preservare i delicatissimi equilibri emotivi dell'individuo, sentirsi obbligati a lavorare fuori orario rispondendo a mail e chiamate contribuisce ad alimentare un circolo vizioso di stress e ansia, oltre che dinamiche e ritmi di lavoro spesso non sostenibili. L'esigenza di separare gli spazi privati e gli spazi professionali - soprattutto per chi lavora da casa - è esplosa in pandemia ma esisteva già anche prima: non si tratta solo di tutelare i lavoratori in quanto tali, ma di garantire loro un diritto che assicura loro equilibrio e riposo nei momenti della giornata in cui non sono tenuti a rispondere a nessuno. Tantomeno al proprio capo.