Che l'Italia non sia messa bene quanto a diritti LGBTQ+, ahimè, lo sapevamo già. Ora, però, è arrivato puntuale a certificarlo, ancora una volta, il rapporto Rainbow Europe dell'ILGA, l'Associazione Internazionale Lesbiche, Gay, Bisessuali, Trans e Intersessuali. Ogni anno il report fa il punto sulla situazione riguardo i diritti LGBTQ+ in 49 Paesi e l'Italia nel 2022 è ancora molto bassa in classifica: al trentatreesimo posto per la precisione (siamo passati dal 22,33% del 2021 al 24,76%), sotto l'Ungheria, la Macedonia del Nord e la Repubblica Ceca. Non solo: se si considera la tutela della comunità LGBTQ+ da violenza e odio, si vede che l'Italia totalizza esattamente lo 0%, proprio come Russia, Turchia e Polonia, tutti Paesi dove i diritti LGBTQ+ sono molto a rischio.

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Il report prende in considerazioni diversi aspetti che riguardano la tutela della comunità, divisi per aree tematiche: uguaglianza e non discriminazione; famiglia; crimini ispirati all'odio e incitamento all'odio; riconoscimento legale del genere; integrità corporea intersessuale; spazio della società civile; asilo. L'Italia in molti ambiti non ha leggi che prevedano qualche forma di tutela e quindi il suo punteggio rimane semplicemente a zero. «Siamo rimasti l’ultimo paese privo di una norma contro i crimini d'odio, a eccezione della Polonia di Duda e di dittature dell’Est, come la Bielorussia», ha fatto notare su Instagram Alessandro Zan. Le cose sarebbero potute essere diverse se il ddl da lui proposto contro omotransfobia, misoginia e abilismo fosse stato approvato in Senato invece di venire affossato tra gli applausi. Forse finalmente avremmo potuto salire in classifica e avvicinarci a quegli Stati come Francia, Spagna, Regno Unito o Germania, contrassegnati con il colore verde (l'Italia è gialla, ma pericolosamente vicina al rosso).

Quest'anno a dominare la classifica è, ancora una volta, Malta con un punteggio del 92.02%. La Danimarca è arrivata per la prima volta al secondo posto salendo di sette posizioni dopo aver adottato diverse nuove norme a favore della comunità LGBTQ+ inclusa la legge sulla parità di trattamento, che copre salute, istruzione, occupazione, beni e servizi, e una riforma del codice penale per includere l'orientamento sessuale, identità di genere, espressione di genere e caratteristiche sessuali come fattori aggravanti nei crimini ispirati dall'odio. Dopo anni di stallo, inoltre, c'è movimento positivo in Grecia, Lettonia, Lituania, Serbia, Slovacchia e Slovenia. Il Regno Unito, invece, ha perso diverse posizioni e aumentano sentimenti anti LGBTQ+ in Bulgaria e Romania. All'ultimo posto in classifica, invece, per quanto riguarda l'UE, rimane fissa la Polonia seguita da Bielorussia, Russia, Armenia, Turchia e Azerbaijan.