«Il diritto di esistere viene semplicemente prima di tutto», scrive l'avvocata transgender Gwendolyn Ann Smith. È stata lei nel 1999 a dare il via al Transgender Day of Remembrance organizzando a San Francisco una veglia in ricordo di Rita Hester, una donna transgender uccisa l'anno precedente. «Il Transgender Day of Remembrance», spiega Smith, «cerca di evidenziare le perdite che affrontiamo a causa del fanatismo e della violenza anti-transgender» e queste perdite, ad oggi, sono molte. Il 20 novembre si onorerà il Giorno della Memoria Trans e per la ricorrenza il progetto di ricerca Transrespect versus Transphobia Worldwide ha aggiornato il Trans Murder Monitoring un report che tiene traccia delle uccisioni delle persone trans e gender non conforming. Il 2021 è stato l'anno peggiore dall'inizio del progetto di monitoring.

instagramView full post on Instagram

Tra il primo ottobre 2020 e il 30 settembre 2021 sono stati registrati 375 omicidi di persone trans e gender non conforming, con un aumento del 7% rispetto all'anno scorso. Il Brasile rimane il Paese che dove avviene la maggior parte degli omicidi (125), seguito dal Messico (65) e dagli Stati Uniti (53). I dati mostrano che un totale di 4042 persone trans e gender non conforming sono state uccise tra il 1 gennaio 2008 e il 30 settembre 2021. In Italia quest'anno sono state 5 le persone trans morte a causa della transfobia del nostro Paese tra cui Adrieli, una donna trans di origini sudamericane trovata morta a Roma, Gianna Lombardi morta ad Andria e Cina Rivera, una ragazza trans peruviana che si è tolta la vita a Milano.

Sempre secondo il Trans Murder Monitoring, la maggior parte delle vittime (96%) nel mondo sono donne trans o persone trans femminili e il 58% delle persone uccise lavora come sex worker. Inoltre il 43% delle persone trans uccise in Europa sono migranti e negli Stati Uniti, dove i casi sono raddoppiati rispetto allo scorso anno, le persone di colore costituiscono l'89%. È chiaro quindi che non possiamo prescindere da una lettura intersezionale del fenomeno. Oltre a tutto questo, poi, non dobbiamo dimenticare le aggressioni, le discriminazioni e la costante marginalizzazione che la comunità continua a subire in tutto il mondo. In Italia il ddl Zan che è da poco stato affossato avrebbe portato a un riconoscimento dei reati d'odio transfobici, aumentando la tutela legale. Rimane ancora molto da fare. «C'è davvero tanta gente che cerca di cancellare le persone transgender, a volte nei modi più brutali possibili» scrive Smith, «è di vitale importanza che coloro che perdiamo vengano ricordati e che continuiamo a lottare per la giustizia».