Ok, la notizia che sta rimbalzando ovunque sul web è questa: Emily Ratajkowski ha accusato Robin Thicke di averla molestata sul set di Blurred Lines e, ok, dato che ce lo ricordiamo molto bene il video in questione è abbastanza ovvio che sia uno scoop e che ci troviamo a discuterne in lungo e in largo. La vera notizia, però, è un'altra e non possiamo metterla da parte a meno di dedicare ancora una volta troppa attenzione ai perpetrator dimenticandoci della delle donne. Il punto su cui tutti dovremmo focalizzarci è che Emily Ratajkowski sta per pubblicare My Body, una raccolta di saggi dedicati al suo rapporto con il corpo, l'immagine e il suo lavoro come modella. Un libro che parte dal personale e che smaschera un intero sistema che lucra sui corpi delle donne fino ad arrivare sfruttarli, un progetto su cui Emrata sta lavorando ormai da anni.

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Ratajkowski in una diretta su Instagram ha spiegato di aver iniziato a scrivere questi saggi dopo essersi accorta che alcune esperienze l'avevano fatta particolarmente soffrire. Ha raccontato che in passato era molto convinta che usare e in un certo senso "mercificare" il proprio corpo come strumento per arrivare al successo fosse per le donne un modo per reclamare il proprio potere e la propria indipendenza. Con il tempo, però, Emrata si è resa conto che alcuni eventi l'hanno portata a mettere in dubbio questa posizione spingendola a farsi delle domande a cui tuttora non ha trovato risposte. My Body deriva proprio da questo, da una nuova consapevolezza, dai libri femministi letti e soprattutto dai nuovi interrogativi. «Cerco di esplorare la relazione con il mio corpo e il mercato legato ai corpi e alle modelle», ha detto ai suoi follower, spiegando che non saranno proposte soluzioni, ma solo tante domande che spera possano stimolare la discussione su questi temi.

Un assaggio di quello che potremo trovare non appena il libro sarà disponibile (l'uscita in lingua originale è prevista per il 19 ottobre) è l'essay pubblicato dal New Yorker, Buying Myself Back When: does a model own her own image? dove la modella riflette su come la sua immagine in molti casi sia stata sfruttata da altri senza che lei potesse veramente tenere il controllo. Il pezzo aveva fatto molto parlare perché anche in quel caso si parlava di molestie da parte del fotografo Jonathan Leder.

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Jamie McCarthy//Getty Images

Questa volta, in un altro estratto pubblicato dal Sunday Times di Londra, Ratajkowski racconta di quando stava appunto girando il video di Blurred Lines: se inizialmente non aveva avuto problemi con la nudità richiesta dalla regista Diane Martel, poi qualcosa era cambiato. «Thicke è tornato sul set un po' ubriaco'» scrive Emrata, «Improvvisamente, dal nulla, ho sentito la freddezza e l'estraneità delle mani di uno sconosciuto che mi prendevano a coppa il seno nudo da dietro. Istintivamente mi sono allontanata». Anche Martel ha confermato il fatto: «Ricordo il momento in cui le ha afferrato il seno. Uno in ogni mano. Era in piedi dietro di lei perché erano entrambi di profilo. Ho urlato con la mia voce molto aggressiva di Brooklyn, 'Che cazzo stai facendo! Le riprese sono finite!'».

Ratajkowski nel libro riflette sui momenti in cui essere presente nel suo corpo è diventato in qualche modo problematico. «Ho spinto il mento in avanti e ho alzato le spalle evitando il contatto visivo, sentendo il calore dell'umiliazione pompare attraverso il mio corpo», ricorda di quell'episodio, «Non ho reagito, non proprio, non come avrei dovuto».

Su Instagram ha detto che spera che i suoi saggi parlino a tutte le donne - che siano modelle come lei o meno - perché per lei scriverli è stato come parlare tra amiche di quelle dinamiche che, tramite il nostro corpo e la nostra sessualità viviamo tutte (e riconosciamo una nell'altra), ma che spesso rimangono sommerse e non dette. Il personale è politico, anche in questo caso.