Di solito succede la domenica sera: si va a letto pensando "Non chiedo molto, bi basterebbe un giorno in più di vacanza e avrei molto meno stress". Anche il giovedì però succede qualcosa di simile e si pensa "Se oggi fosse già venerdì e poi ci fosse il weekend sarebbe tutto più semplice". Insomma, sembra che ci basterebbe un giorno, uno solo: la felicità è racchiusa in quel dì che vorremmo di vacanza e invece dobbiamo lavorare. Ma è un sogno davvero tanto irrealizzabile? Diversi Paesi come la Spagna e la Nuova Zelanda stanno valutando la cosa e l'Islanda ha da poco realizzato alcuni importanti esperimenti per capire se ridurre la settimana lavorativa a 4 giorni risulterebbe sostenibile. Spoiler: ci sono buone notizie.

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L’Islanda ha condotto due prove su larga scala tra il 2015 e il 2019, riducendo le settimane lavorative a 35-36 ore senza alcuna diminuzione dello stipendio. L'esperimento ha coinvolto 2.500 lavoratori (l’1% della popolazione attiva del paese) con turni standard dalle 9 alle 17 e non ed è stato portato avanti dal consiglio comunale della capitale islandese di Reykjavik e dal governo nazionale del Paese. Tra i settori coinvolti troviamo uffici pubblici, servizi sociali, scuole materne e ospedali. L’analisi dei risultati svolta dal gruppo di ricerca inglese Autonomy e dalla Association for Sustainable Democracy ha rilevato che una riduzione dell’orario di lavoro mantiene o addirittura aumenta la produttività. Cosa stiamo aspettando, allora?

l'islanda ha provato la settimana lavorativa di 4 giorni ed ecco com'è andatapinterest
Dan Kitwood //Getty Images
La prima ministra islandese Katrin Jakobsdottir

Will Stronge, direttore della ricerca presso Autonomy, ha dichiarato alla BBC che “il più grande esperimento al mondo sulla settimana lavorativa più corta nel settore pubblico è stato sotto tutti i punti di vista un successo travolgente”. Ha spiegato che lo studio “Dimostra che il settore pubblico è maturo per fare da un pioniere nelle settimane lavorative più brevi e che si possono trarre lezioni per altri governi”. I dati raccolti dal 2015 al 2019 hanno monitorato diversi indicatori come il benessere, le prestazioni e l’equilibrio tra lavoro e vita privata. I risultati innanzitutto hanno indicato un miglioramento del benessere e dell’equilibrio tra lavoro e vita privata dei lavoratori (avevamo ragione a volere quel giorno in più!): le persone coinvolte hanno trovato più facile fare le commissioni domestiche, dedicare più tempo a loro stesse e ai propri cari. Non solo, ci sono notizie ancora più interessanti: il rapporto ha anche notato che gli uomini si sono assunti maggiori responsabilità in casa dopo l’inizio dell'esperimento, il che ha contribuito a ridurre lo stress a casa. (Che cosa stiamo aspettando, parte 2).

L'esperimento ha avuto talmente tanto successo che i sindacati islandesi e le loro confederazioni hanno reso permanenti le riduzioni dell’orario di lavoro per decine di migliaia di lavoratori in tutto il Paese. Che dite, ci trasferiamo in Islanda?