Koji e Gustav. Non si tratta di due personaggi di un qualche romanzo russo ragazz*; e se non li avete sentiti nominare negli ultimi tempi forse dovreste stare un po' più sul pezzo (e questo potrebbe essere quello giusto LOL). Questi due nomi altisonanti appartengono, infatti, ai due Bulldog francesi di Mrs. Lady Gaga; che a fine febbraio si sono trovati al centro dell'hype-mediatico in seguito al loro rapimento e alla lautissima ricompensa (500.000 dollari) offerta dalla loro padrona a chi glieli avesse riportati indietro sani e salvi, ça va sans dire. La rapina era avvenuta a Los Angeles; mentre la popstar infatti si trovava chez nous, a Roma, per girare il nuovo film diretto da Ridley Scott per Gucci insieme a quel bonazzo di Adam Driver (tranquill* i cagnolini born & raised in Sunset Boulevard adesso sono stati ritrovati).

Sono convinta del fatto che anche Virginia Woolf nel 2021 avrebbe fatto dei reel al suo adorato Cocker Spaniel Pinka con il sottofondo della social-hit "That's Just my Baby Dog".

E dite che Alessandro Michele, direttore creativo della maison, che a sua volta è un dog-lover e possiede due Boston Terrier (Orso e Bosco) avrà scelto la Gaga come testimonial per questa affinità cinofila? Beh, considerando che una delle sue muse è Mrs. Florence Welch, autrice in tempi non sospetti di Dog Days are Over; le coincidenze oggettive come direbbe Carl Gustav (!) Jung iniziano a essere molteplici.

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Michael Stewart//Getty Images
Lady Gaga a spasso con Koji e Gustav a New York nel 2016.

I cani sono da tempo star indiscusse di Instagram, ma l'avvento di TikTok ha dato loro il views-booster che la cinofilia digitale si meritava. Sono fermamente convinta del fatto che anche Virginia Woolf nel 2021 avrebbe fatto tantissimi reel al suo adorato Cocker Spaniel Pinka con il sottofondo della social-hit That's Just my Baby Dog. Diciamo che dall'avvento della pandemia, l'avere un cane si è configurato sempre più come una necessità dal retrogusto esistenziale in grado di dare un senso alla nostra quotidianità "addomesticata" sospesa tra lo smartworking e il dumb-sexting. Non è un caso che già da aprile 2020 a New York l'American Society for the Prevention of Cruelty avesse registrato un aumento del 200 per cento delle domande di affido di cani (e gatti).

L'avere un cane oggi si è configurato come una necessità esistenziale in grado di dare un senso a una quotidianità "addomesticata" sospesa tra lo smart-working e il dumb-sexting
Spero che un giorno gli darò il cottage nello Yorkshire che si merita e un'eredità da ricca scrittrice di romanzi rosa; per ora l'ho perimetrato in un loft milanese e gli ho comprato del cibo bio su Amazon

Anche io, nel profondo della mia solitudine, che neanche Laura Pausini nel celebre videoclip del 1993, ho deciso di comprare un cane a inizio di quest'anno - comprare sì, dopo aver fallito tantissime volte la strada dell'adozione perché non ero mai compatibile con il carattere del cane sulla base di non ho ancora capito quale branca degli studi psicoanalitici. Sono stata respinta una volta da un canile comunale prima ancora che potessi vedere i cani perché indossavo una pelliccia vintage di visone di mia nonna; ho provato a spiegare alle volontarie che il suo impatto ecologico era inferiore a qualsiasi capo di fast-fashsion, ma per il tribunale dell'inquisizione animalista è stato del tutto inutile. Ebbene sì, mi avevano scambiato per Crudelia Demon "and there was no way back"- in effetti guido male come lei. Pensavo che il mio più grande fallimento fosse stato aver rifatto la teoria della patente per ben tre volte, ma la vita, ancora una volta, mi aveva sorpresa.

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Virginia Woolf e Pinka

Come Virginia, anche io ho deciso di prendere un cocker dal pelo fulvo - spero che un giorno gli darò il cottage nello Yorkshire che si merita e un'eredità da ricca scrittrice di romanzi rosa (che forse non si chiameranno più così perché avremo raggiunto la parità di genere, ma questa è un'altra storia), per ora l'ho perimetrato in un loft milanese e gli ho comprato del cibo bio per puppy-gourmet su Amazon. A volte ho il feeling di essere una "Bad Dog Mum"; ho delle ansie da prestazione assurde del tipo: "Riuscirò mai a insegnarli a fare i bisogni fuori casa? O a comprargli tutti gli outfit che si merita?" - pensieri paranoici che come i dissennatori di Harry Potter mi divorano l'anima e vampirizzano le energie emotive. Mi sento anche in colpa perché non ho il coraggio di mettere il mio cane su TikTok; e se passasse inosservato? Se non gli dassi i cuori di apprezzamento che si merita? Grazie a Vittorio però, questo il suo nome che a me suona molto Dolce Vita, ho conosciuto i miei vicini di casa che per la prima volta mi hanno trovato suscettibile di interesse nonostante mi sia trasferita nella mia attuale casa da più di sei mesi; le mie occasione di interazione sociale sono così decisamente aumentate e anche lo stress lavorativo diminuito. Credo che anche il mio aging-process alla lunga subirà un rallentamento.

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Raymond Hall//Getty Images
Amanda Seyfried con il suo cane a New York nell’agosto 2019.

Dal lato famigliare mia madre non nomina più la parola nipote né ragazzo, perché Vittorio l'ha resa un po' nonna. Non ho ancora bene capito chi a livello del suo immaginario sia il mio compagno ma lo capirò, spero non sia il padre del cane; vabbè. Anche il mio stile ha subito qualche deviazione dal suo arrivo; tra le mie style-inspo c'è stata senza dubbio Queen Elisabeth in gita fuori porta in The Crown mixato a quello che definisco la vibe estetica tecno-chic; il Barbour mixato con pile, foulard in testa o al collo come fossimo a Balmoral e borsa a tracolla un po' sporty (se avete un cane pochette e borse a spalla sono bannate - dovete avere le mani libere per raccogliere defecazione e accarezzare il cane di quello carino al parco eh eh ) - e poi, sapete, il cane in braccio è la mia it-bag (anche perché costano uguali). Non so se grazie a Vittorio troverò marito, ma sono sicura al 100 percento che nella nebbia e desolazione emotiva di questo periodo che sarà la mia long-term relationship più longeva. E più postata.