Ce lo si racconta spesso, tra amiche, di quella prima volta che sono arrivate le mestruazioni. E la cosa che colpisce sono i mood diversissimi che quel ricordo sbloccato suscita: ci sono toni da commedia, quando le cose tutto sommato sono andate piuttosto lisce e al più s'è combinato qualche sacrosanto casino, alle prese con il primo assorbente della vita, ma ci sono anche sfumature più cupe, nei casi in cui, per esempio, la biologia del corpo umano non è andata di pari passo con l'emotività. La sincronia tra lo sviluppo fisico e quello che riguarda la sfera psicologica non è cosa scontata e, così, c'è chi arriva al primo ciclo super pronta ed emozionata, e chi avrebbe volentieri allungato ancora un po' quell'età di mezzo tra infanzia e adolescenza, per non sentirsi troppo grande, troppo in fretta. O anche solo per tardare l'arrivo della frase, e qui siamo nel genere horror, con cui si accompagna (ava?) il passaggio nell'adolescenza, e cioè "ora sei una donnina". Per favore, no, no more. Ora, non ho la certezza che ovunque nel mondo sia stata messa al bando quest'espressione che va oltre il lecito, ma certo è che si sta cercando di mettere la conversazione su tutto ciò che riguarda il corpo delle donne e le sue funzioni su un piano decisamente più schietto, e se è vero che certi tabù sono duri a morire, è anche vero che è in atto uno sforzo comune a tanti per normalizzare le caratteristiche della femminilità, come la vagina, senza che suonino imbarazzanti. Sulle mestruazioni, tuttavia, c'è molto lavoro da fare, se così non fosse non si spiegherebbe tutto il disagio creato da Elettra Lamborghini che vi ha accennato durante un reality show. Per questo ogni anno, il 28 maggio, la Giornata internazionale dell’igiene mestruale punta a dare una smossa all’opinione pubblica perché acceleri il passo su questi temi e inizi a parlarne in maniera più serena e rilassata. E noi, che di questa battaglia siamo alleat*, condividiamo qui i consigli di Silvia Semenzin, sociologa e attivista, che si occupa proprio di informazione e divulgazione delle tematiche più importanti sul mondo femminile. Lei, che è anche impegnata nella lotta alle discriminazioni di genere, ci ha regalato una vera e propria guida in 10 punti realizzata da Skuola.net per il progetto educativo Domande Scomode @School, pensato per accompagnare adolescenti, genitori e docenti lungo argomenti complessi e delicati come le relazioni interpersonali, l’affettività e la sessualità, per una crescita libera da stereotipi di genere.

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  1. Attenzione ai cambiamenti del corpo (ma niente panico)

    Come fare a capire che le prime mestruazioni stanno arrivando? Ovviamente è molto soggettivo. La prima cosa è prestare attenzione ai cambiamenti del corpo, come l’ingrossamento del seno o l’apparizione di peluria. “Quando si avvicina il menarca (cioè la prima mestruazione) possiamo notare segnali come dolore alla pancia o alla testa, o cambiamenti di umore “strani”. Certo, a tutte capita in modo diverso, alcune ad esempio non avvertono sintomi particolari. Ma in generale queste possono essere le prime avvisaglie dello sviluppo e che, quindi, le prime mestruazioni sono vicine”. È un periodo in cui si diventa piano piano persone adulte, e vedere il proprio corpo che cambia può spaventare. “Bisogna pensare che si sta crescendo ed è quindi importante osservare senza troppo giudizio la persona che si sta diventando. Questo si può fare comunicando i propri dubbi, confrontandosi con gli altri e cercando informazioni”.

    2. Non è normale soffrire per le mestruazioni

      Con l’arrivo delle mestruazioni, è necessario iniziare ad abbattere i luoghi comuni che mettono a rischio la tranquillità delle adolescenti. Uno degli stereotipi forse più pericolosi è che molti sono convinti che durante le mestruazioni sia normale provare dolore. “Così, però si normalizza il fatto che alcune donne provano dolori lancinanti e si sentano molto male durante i giorni del flusso mestruale”, facendolo diventare qualcosa di “tipico” a cui non dare troppo peso. “In realtà questo stereotipo è quello che porta non riconoscere malattie come l'endometriosi, patologie che meritano la massima attenzione e che partendo appunto da questo presupposto non vengono riconosciute”.

      3. Non è vero che le donne con le mestruazioni non sono “lucide”

        Un altro grave pregiudizio è che, a causa dei cambiamenti ormonali che influiscono sull'umore, le donne non siano razionali o in grado di “pensare in maniera lucida”. Questo apre a una serie di discriminazioni che usano le mestruazioni per ”zittire” una donna o per non ascoltare ciò che ha da dire, "perché ha le sue cose”. “Certo, magari qualcuno può sentirsi più sensibile che in altri giorni, per via degli ormoni, ma si tratta di cambi di umore, non di capacità di ragionamento! Posso rassicurare tutti che le donne sono perfettamente in grado di essere razionali e lucide anche in quei giorni”.

        4. Le mestruazioni non sono “sporche”

          C’è chi dice che, durante le mestruazioni, non si possano fare alcune cose pratiche, come fare il bagno o mangiare determinati cibi. “Sono stereotipi assolutamente falsi. Derivano da una serie di tabù che ruotano intorno all’idea che la donna debba essere perfetta e immacolata, e che il ciclo mestruale possa essere quasi una cosa che la sporca, che la rende umana”. Parlare apertamente di mestruazioni è importante proprio per distruggere il pensiero che le mestruazioni siano qualcosa di sporco, imbarazzante o “schifoso”. Stiamo parlando infatti di una cosa più che naturale, che interessa tutte le donne e, soprattutto, che dimostra che il corpo è in buona salute

          5. Nessuna vergogna per le mestruazioni

            “Ancora oggi si considera il ciclo mestruale femminile, così come la sessualità femminile, qualcosa di vergognoso, che va tenuto nascosto e per questo non se ne deve parlare. Bisogna invece abbattere questo stereotipo e parlarne, come stiamo facendo adesso, perché solo così le ragazze smetteranno di sentirsi in imbarazzo per una delle cose più naturali dell'universo. Tutte le donne hanno il ciclo e a tutte almeno una volta succede di sporcarsi. Tutte almeno una volta hanno avuto bisogno di chiedere un assorbente a un'amica. Non vedo perché dovremmo sentirci imbarazzate”. Anche perché questi pregiudizi di genere sono spesso la causa per cui le ragazze evitano di fare domande, perché hanno paura o vergogna del giudizio altrui, o perché pensano che ciò che riguarda la loro vita “intima” debba essere necessariamente tenuto nascosto.

            6. In caso di dubbi o problemi, nessuna vergogna a chiedere aiuto

              “In caso di dubbi o problematiche relative al ciclo mestruale, ci sono una serie di strumenti che le adolescenti possono usare, come internet: l’importante è cercare su piattaforme affidabili e verificate come domandescomodeatschool.it, il progetto di Lines e Tampax dove si possono trovare informazioni esaustive, complete e basate sulla ricerca. Questo può aiutare le più timide, ma consiglio soprattutto di parlare con una persona vicina. Se non un genitore, un parente o un adulto di cui ci fidiamo”. In caso di dubbi importanti e su eventuali problematiche più gravi, è sempre bene comunque consultare una figura esperta.

              7. Papà, non delegate solo alle mamme

                Molto, molto importante, perché la normalizzazione passa per forza di cose anche dalla naturalezza con cui un riferimento prezioso dell'altro sesso, come il papà, si approccia ad esse. Il ruolo dei genitori è importantissimo in un momento particolare e delicato come quello dello sviluppo femminile. Ma spesso viene delegato alle mamme il ruolo di guida, mentre i padri restano nello sfondo. Un’abitudine che dovrebbe essere ormai superata: Io credo che sia molto importante includere i padri nell'universo delle figlie. Il consiglio che darei ai genitori in questo caso, in particolare ai padri, è proprio quello di informarsi sul ciclo mestruale e su che tipo di cambiamenti ha il corpo femminile durante la pubertà, preoccupandosi davvero di entrare nel mondo delle adolescenti, adottando un atteggiamento aperto e non giudicante, senza vergogna ma con la curiosità di scoprire l'anatomia femminile”.

                Headshot of Carlotta Sisti
                Carlotta Sisti

                Giornalista professionista dal 2007, ho iniziato in radio, per poi passare, nel 2008, alla carta stampata. Oggi scrivo per Elle Weekly, Elle digital, Cosmopolitan, WU, Vice e per la webzine Beatandstyle. Ho scritto per Netflix e sono dj.