A cosa associ la parola "droga"? 

A trasgressione, sballo, fumo, eccessi, vite sregolate e al limite di artisti e cantanti come Kurt Cobain, Amy Winehouse, Mick Jagger, Jim Morrison, Janis Joplin. Visto così, questo mondo può sembrare affascinante e persino cool. Ma non è reale. La verità è che dietro ogni storia di droga (anche quella dei più grandi artisti) ci sono disperazione, solitudine, insicurezza, dolore, fragilità... E, molto spesso, anche una fine tragica. 

Non erano artisti i ragazzi che l'estate scorsa sono morti per una overdose di Mdma (ecstasy): Lorenzo e Ilaria. Due giovani comuni a caccia di sballo e di qualche sostanza che li facesse sentire migliori, forti, sicuri di sé, invincibili, sfacciati, senza freni inibitori in tutti gli ambiti della vita: in discoteca, nelle relazioni con i coetanei, con gli adulti, nel sesso, nello studio e nel lavoro. 

«Molti di loro pensano di provare quella roba solo per una notte, di divertirsi con un po' di trasgressione e di finirla lì. Pensano di essere "salvi" e di cavarsela così. Ma, purtroppo, non è solo la dipendenza da queste sostanze a creare danni. Può bastare qualche pasticca per avere conseguenze al cervello e stravolgere la vita per sempre», spiega Riccardo Gatti, psichiatra,psicoterapeuta, direttore del Dipartimento sulle dipendenze patologiche dell'Asl di Milano. Alterare il proprio stato psicofisico per molti è una sfida. Non basta una "canna", ci vuole qualcosa di più forte: ecstasy, ketamina, Mdma, Ghb, farmaci oppiacei mixati con l'alcol, spice, skunk. Tutte droghe per aumentare le percezioni visive, sonore, fisiche, mentali. «Citarle una per una, dire che una fa più male di un'altra è impossibile. Non c'è più limite alla sperimentazione e oggi il mercato delle droghe è fuori controllo. Difficile capire quali nuovi mix diventeranno "di moda" in futuro. Di molte di queste sostanze non si conoscono ancora gli effetti, né la soglia oltre la quale la dose diventa letale. Assumerle equivale a fare un salto nel vuoto», continua Gatti. «Nemmeno lo spacciatore sa esattamente la composizione di quello che vende. Vedere come vengono preparate le diverse droghe sarebbe un buon modo per disincentivarne l'uso». Sabrina, che qui ti racconta la sua esperienza con quella roba, non si rende conto del pericolo che corre con il suo uso "saltuario" e "consapevole", e dice: «Chi rischia sono i tossici, ma io non lo sono». E invece anche lei sta rischiando davvero grosso.

La storia di Sabrina

«È da quando ho 23 anni che lavoro come commessa part time in un negozio di abbigliamento. Vivo ancora con i miei perché non sono del tutto autonoma, ma riesco a togliermi qualche sfizio, pagarmi le vacanze, la benzina dell'auto e a non pesare sulla famiglia. Grazie a questo lavoro mi sento libera di gestirmi la mia vita come voglio. Spese varie e tempo libero. Per me è la cosa più importante. Ho un gruppo di amici d'infanzia che vedo ogni tanto, sono i miei punti fermi, e tante "conoscenze" che frequento a seconda del momento e di quello che mi va. Mi piace andare nei locali con musica dal vivo, nei pub, faccio spesso aperitivi: tirare tardi fino al mattino, fumando e bevendo, mi capita spesso. Ma il mio giro è di quelli tranquilli. Di cose brutte quando esco ne vedo tante. Io per fortuna ho amici abbastanza "sani". Ma ogni tanto una botta di vita e qualche novità ci vogliono, no? E qualche anno fa mi andava proprio di cambiare un po'. La mia città è piccola e se non ti inventi qualcosa di diverso ogni tanto è davvero tosta. Non sono una fuori di testa. Sono sempre stata una regolare: scuola, casa, famiglia, fidanzato, amici, valori. Non si può proprio dire che sono una sbandata, anzi! La maturità l'ho passata senza infamia e senza lode, ma è andata, e il lavoro l'ho cercato e ottenuto con tutte le mie forze. Sono una tipa a posto, insomma. Una come tante. Penso spesso che la vita sia provare, toccare, sperimentare, assaggiare... A che serve stare al mondo senza un po' di divertimento, senza esperienze forti, senza provare nuove cose? Da qualche anno, alcuni amici si fanno di Mdma (l'ecstasy), Ghb e Speed. Lo fanno da soli oppure tra pochi amici o nei locali. Una sera di 2 anni fa eravamo una trentina in casa a festeggiare Halloween tra alcol, musica, risate, qualche canna, tanta gente. Party stupendo! Lì ho deciso di provare anche io qualche cristallo di Mdma (una dose da 0,3 mg). Ero con le mie migliori amiche, in un posto tranquillo, di festa e divertimento. Niente "rave" o discoteche sfigate frequentate da ragazzini. Quei posti mi fanno schifo e sono pieni di tossici. Poi non si sa mai che roba ti danno. Meglio non rischiare. Com'è andata? È stata un'esperienza fantastica. Ero felice, stavo bene, mi sentivo in pace con me stessa e con gli altri, un po' euforica, senza inibizioni. Abbiamo tirato fino al mattino a bere e ballare. Una notte super! Un amico più grande di me, esperto di questa roba, mi ha spiegato che l'Mdma dà euforia, fa stare bene tra la gente, crea empatia, migliora le relazioni, il contatto tra le persone. Ma mi ha detto anche che per assumere queste droghe conta moltissimo come stai tu in quel momento (umore, pensieri negativi o positivi, problemi, casini in testa) e il contesto nel quale ti trovi: io ero con i miei amici in un posto figo e "familiare". Quindi non ho avuto "bad trip", come si dice in gergo… Da allora ho continuato, ma solo nel fine settimana, per lasciarmi un po' andare e godermela. Ogni volta è una meraviglia. Ho provato anche qualche francobollo di acido (Lsd, ketamina…) ma non è roba per me. Allucinazioni, era tutto alterato, visioni, suoni, panico, ansia, ero quasi staccata dal corpo… non mi è piaciuto. Non credo che riproverò. Soprattutto la keta è da nottambuli discotecari. Io preferisco qualche canna, i miei amici di sempre o il mio ragazzo per una serata diversa. Mi sento una drogata? No, io smetto quando voglio. Io sono a posto. I tossicodipendenti sono un'altra cosa. Non confondiamo».

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