Katie Eary è al timone di una linea che porta il suo nome dal 2009. La stilista ha recentemente ammesso che all’inizio della sua carriera sentiva il bisogno di provocare una forte reazione da parte degli altri operatori del settore al fine di catalizzare l'attenzione su di sé.

«Mi preoccupavo di quello che la gente avrebbe pensato. Credo lo facessi perché sapevo di arrivare dal niente, mentre altri avevano avuto la fortuna di avere ereditato industrie. Quindi devo essere stata un tantino aggressiva, gettando in faccia alla gente quello che facevo. Sono le mie origini che mi portano ad esagerare. Voglio impressionare la gente, voglio che si sentano qualcuno. Ma se hanno intenzione di odiare quello che faccio, ho intenzione di dare loro un buon motivo per farlo», ha dichiarato in un'intervista con il quotidiano inglese The Metro.

Katie è anche una fan della sartoria, e deve questo suo amore e devozione al direttore creativo di Saint Laurent, Hedi Slimane.

«Non ho mai visto nessuno fare abiti su misura come ha fatto lui nel 2006. Sceglieva dei ragazzi e li vestiva di tutto punto, non avevo mai pensato ad un diciassettenne vestito in tight. Pensavo che gli abiti su misura fossero fatti per gente che lavora in banca, non per un ragazzino che suona in una band ed è insolente. Ha cambiato totalmente la mia prospettiva», ha aggiunto.

Da allora la Eary ha introdotto il suo tocco e i suoi disegni personalizzati, dando loro una finitura punk. Tuttavia, la designer rimane turbata da quanto sia facile oggi per le persone creare i propri pezzi e rubare i riflettori ai professionisti.

«Ora chiunque può prendere un'immagine da internet, metterla su una maglietta e definirsi designer. È un insulto sapere che c’è gente in giro che ti deruba delle immagini che hai creato. Non riesco a crederci», ha concluso.

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