Francisco e Luca si sono uniti civilmente a Roma sabato scorso, il 17 settembre. È la prima unione civile tra persone dello stesso sesso celebrata in Campidoglio dalla sindaca Virginia Raggi. 

Arrivare fin lì per Francisco Raffaele Villarusso e Luca de Sario non è stato facile e non solo perché la legge Cirinnà è stata approvata dopo tante polemiche la scorsa estate, ma anche a causa della burocrazia. 

L'emozione non si conta tanto è grande. E scombussola a tal punto che nel cuore sembra fare acrobazie, come quelle che Luca fa davvero con la sua compagnia circense. E Francisco, quando racconta a Cosmopolitan della loro unione, ha una voce piena zeppa di felicità.

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La nostra voglia di famiglia 

«Negli ultimi cinque anni io e Luca abbiamo fatto le vacanze cercando il paese giusto per sposarci e trasferirci. L'hanno scorso siamo stati a Barcellona dove avevamo deciso di andare a vivere tanto che avevo spostato lì la residenza per presentare la domanda e sposarci. Ma quando sono passati i 40 giorni necessari in Spagna per fare la richiesta, qui in Italia finalmente la legge Cirinnà è stata approvata. Così, per caso, il giorno in cui ero al comune per rinnovare la carta di identità e partire per Barcellona, ho presentato la domanda al comune di Roma. A Luglio poi ho saputo che saremmo stati i primi a celebrare l'unione civile nella capitale. L'unico appunto è che il comune non era pronto e non aveva la modulistica giusta per procedere con la richiesta di unione. È stata una battaglia tra un ufficio e l'altro per districarci nella burocrazia, finché il nostro modulo ha fatto scuola ed ora è quello che il comune di Roma adotta per tutte le unioni. Siamo stati in ballo anche per la data, decisa dal comune e comunicata solo due settimane prima, così siamo stati travolti dai preparativi, ma ormai ci eravamo quasi e le notti in bianco per organizzare ogni cosa in tempo hanno avuto la leggerezza di un piuma. Il nostro desiderio è essere una famiglia moderna e dimostrare che è possibile traghettare la tradizione familiare ai nostri tempi, mantenendo i valori con i quali sia io che Luca siamo cresciuti, dove gli affetti sono sempre stati al primo posto. Noi siamo sempre stati una famiglia, sin da quando ci siamo conosciuti, ed è giusto che ci venga riconosciuta legalmente questa nostra realtà. La cerimonia ha avuto come tema l'unione tra la tradizione e la contemporaneità e non è stato un caso che i nostri abiti fossero "antichi", perché è come se fossero pronti già dal 1800 da quando questa legge doveva essere approvata, poiché la società era preparata da un pezzo e ce lo confermano i tantissimi messaggi ricevuti da chi vuole fare la nostra stessa scelta». 

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La cerimonia civile in Campidoglio  

«La mattina di sabato è iniziata con l'ansia del tempo. Perché a parte la sala rossa del Campidoglio, tutto il resto si svolgeva all'aperto. Poi però, e per fortuna, è uscito il sole fin dal mattino presto ed è iniziata la nostra giornata. A dire il vero non è stata diversa dalle altre, solo eravamo vestiti in quel modo lì. Siamo andati a fare colazione e a prendere il giornale. Abbiamo preso l'auto con il car sharing, cosa che facciamo sempre, ma quella mattina siamo stati omaggiati con una che aveva anche i nostri nomi. E poi avevamo un appuntamento importante con la sindaca. Siamo entrati in sala emozionati e tesi, accompagnati dalle note di Amami per sempre di Amalia Grè. Appena ci siamo seduti Virginia Raggi ci ha messi a nostro agio, ha avuto un atteggiamento materno, ci ha messi in guardia sulle difficoltà che avremmo incontrato, ma ci ha fatto il bellissimo augurio di divertirci sempre. Venti minuti dopo eravamo una coppia unita da due fedi al dito, con la voce di Giorgia in sottofondo che cantava Di sole e d'azzurro e i miei familiari, la madre di Luca, gli amici, tutti visibilmente commossi». 

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Il rito buddista sulla spiaggia 

«Per regalarci un momento spirituale abbiamo scelto di celebrare la nostra unione con un rito buddista sulla spiaggia, iniziato con il corteo degli invitati che ci ha seguito al nostro arrivo. Abbiamo scelto lo scambio delle corone di fiori, poiché io sono buddista e Luca cattolico e questo rito li unisce entrambi. Abbiamo letto la storia del Bodhisattva Mai Sprezzante per ribadire la bellezza del rispetto verso tutti. Abbiamo proseguito con il messaggio della sabbia colorata che si mescola in un solo contenitore e concluso con Hoy di Gloria Estevan cantata dalla nostra amica Greta accompagnata dal sax, flauto traverso e arpa. Da quel momento fino a notte abbiamo festeggiato in riva al mare con spettacoli di funi, acrobazie e dj set. Il brindisi finale? Lo abbiamo fatto con una torta speciale realizzata da una delle più antiche gelaterie di Roma, Il palazzo del freddo. Era composta da due diversi tipi di sampietrini, un dolce famoso qui a Roma, il tradizionale nero e l'innovativo bianco, nel primo è stato aggiunto un ingrediente nuovo e nel secondo uno tradizionale. A segnare ancora una volta l'incontro tra le radici da cui proveniamo e la strada che ci aspetta. E questi due dolci sampietrini sono stati chiamati in nostro onore Luca e Francisco». 

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